rassegna stampa roma

La Roma multilingue vuol farsi capire con il Verona

Garcia è stato il primo a dare il buon esempio e si è messo a studiare l’italiano a tappe forzate per poter comunicare meglio con tutti.

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Found in translation. La traduzione che faceva perdere il sentimento nel film di Sofia Coppola è diventata una forza che fa vincere la Roma di Rudi Garcia. Multinazionale, multietnica e multireligiosa, ma, come ha detto Francesco Totti nella lunga intervista al canale tematico giallorosso in occasione del suo trentottesimo compleanno, un gruppo molto unito: «Adattarsi al calcio italiano non è semplice e io non lo conoscevo, ma Garcia è una grande persona ed è riuscito a fare una grande squadra e a ricompattare un gruppo che si era sfaldato dopo due anni di brutte cose». 

Garcia è stato il primo a dare il buon esempio e si è messo a studiare l’italiano a tappe forzate per poter comunicare meglio con tutti. Ha preteso anche che i giocatori prendessero lezioni e, tranne che nel caso di Gervinho, con buoni risultati. Ma a Gervais, nel gruppo, vogliono tutti così bene che, le poche volte che parla, fanno finta di capirle. L’allenatore parla francese, spagnolo, inglese e italiano e, da perfezionista, cerca sempre di migliorarsi. L’unico vezzo francese che gli è rimasto è la parola «qualité». 

L’ultimo esempio di grammelot applicato al calcio è stata la punizione vincente di Pjanic, all’88’, contro il Parma. Prima di calciare il bosniaco si è confrontato con il greco Manolas (in inglese) per chiedergli come tirasse Holebas, suo ex compagno all’Olympacos, che si aggirava speranzoso intorno al pallone. Manolas ha risposto: «A volte segna». Pjanic ha sorriso, messo la palla a terra, tirato lui e segnato. Mire, del resto, è il traduttore ufficiale della squadra: parla bosniaco, tedesco, inglese, francese e italiano. Dice che quello bravo in famiglia, a studiare, è il fratellino Mirza. 

Il calcio ha una lingua universale, ma capirsi in campo e se possibile anche fuori dal campo aiuta a formare gruppi vincenti. La Roma, prima dei due big match contro Manchester City e Juve, proverà a confermarsi oggi, all’Olimpico, contro il Verona. Totti saprà come gli altri solo un’ora e mezza prima dell’inizio se festeggerà il compleanno in campo oppure in panchina. Il regalo se lo è scelto, per fine stagione: lo scudetto. «Una gioia indescrivibile. Spero di poterla riprovare prima che io smetta».