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Il Corriere della Sera

Roma, Montali: “Al mio primo giorno i tifosi mi regalarono una ghirlanda da morto”

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Le sue parole: "Mi dissero che non c'entravo nulla ma se i giocatori non avessero vinto la partita non avrebbero lasciato lo stadio"
Redazione

Gian Paolo Montali, ex  Coordinatore Generale e ottimizzatore delle risorse umane dell'Area Sportiva della Roma, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera nella quale ha svelato alcuni retroscena del suo passato in giallorosso. Queste le sue parole:

Avrebbe dovuto finire al Napoli, invece andò alla Roma. "Rimasi sette giorni da Aurelio De Laurentiis, persona squisita. Stavo per firmare: avevo scelto l'allenatore, Mazzarri, e il direttore sportivo, Bigon. Lessi però l'ultimo comma del contratto: i proventi per i miei diritti di immagine andavano a lui. Eccepii, De Laurentiis tagliò corto: "Funziona così". Gli chiesi un po' di tempo per riflettere. Tornai a casa e accesi la tv mentre Sky annunciava che non sarei andato al Napoli. Poco dopo mi telefonarono Rosella Sensi e Paolo Fiorentino di Unicredit. Li incontrai quella stessa sera e mi convinsero a diventare d.g. della Roma: non fu semplice dirlo a De Laurentiis".

Con la Roma l'esordio fu complicato. "Era terz'ultima, tiravano sassi al pullman. Scena del primo giorno. Via dei Gladiatori: siamo fermi, polizia in assetto di guerra. I tifosi vogliono che scendano il capitano e un dirigente. Totti si rifiutò, scesi io. La polizia aprì un corridoio, i tifosi vennero da me con una ghirlanda da morto. "Lei non c'entra nulla, ma adesso va sul pullman con la ghirlanda, la dà ai giocatori e dice che sono dei morti: se non vincono questa partita non escono di qui". Risalii, trovai chi scoppiava dal ridere. Uno mi disse: "Benvenuto nel mondo della Roma".

Roma l'aveva conosciuta anche nel volley: e fu scudetto. "Dicevano che fosse impossibile vincere. Invece bisognava solo creare le giuste co- ordinate sportive. E non raccontare bugie».