rassegna stampa roma

Roma, la notte degli addii non riguarda solo De Rossi

LaPresse

Dzeko e Manolas in partenza. Punto interrogativo per i senatori Kolarov e Perotti e per gli acquisti mai sbocciati Karsdorp e Schick

Redazione

Tutti pensano all’addio (non voluto) di Daniele De Rossi ma la sfida al Parma di domenica (20.30, Olimpico sold out) può essere però l’ultima anche per altri giallorossi, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera.

Alcuni di loro hanno segnato profondamente queste ultime stagioni, per altri sarà stata solo una toccata e fuga. Fanno parte della prima schiera Edin Dzeko e Kostas Manolas. Il bosniaco ha capito da tempo che non gli verrà prolungato il contratto, che scade a giugno 2020, ed è pronto a trasferirsi all’Inter (in vantaggio) o al Paris Saint Germain. Manolas, che interessa all’Arsenal e alla Juve, servirà a fare plusvalenza ma la Roma non vuole scendere di un euro dalla clausola da 36 milioni.

Sarà compito del neo d.s. Petrachi cercare una sistemazione agli acquisti meno riusciti di Monchi: il portiere Olsen e il carissimo Pastore. Più facile liberarsi del primo che del secondo. Non sono sicuri di restare nemmeno Lorenzo Pellegrini (clausola da 30 milioni pagabile in due anni) e Stephan El Shaarawy, con il contratto in scadenza giugno 2020, ma tutti e due sono intenzionati a fermarsi a Roma.

Punto interrogativo per i senatori Kolarov e Perotti e per gli acquisti mai sbocciati Karsdorp e Schick, anche se l’ultima parola sull’olandese e sul ceco spetterà all’allenatore, che ogni giorno di più sembra essere Gian Piero Gasperini. Da rivedere la situazione di Zaniolo.

I nomi che girano per la ricostruzione non accendono i tifosi: Perin per la porta è il più allettante; Bennacer e Di Lorenzo dell’Empoli sono adatti a Gasp ma non "big"; il tedesco Kruse del Werder Brema e l’ex juventino Fernando Llorente, ora a Tottenham, interessano perché si liberano a parametro zero, ma sono più forti di Dzeko, anche se il bosniaco ha segnato solo 9 gol? In stand by la promozione di Totti a d.t. ("Non ne so nulla", ha detto lunedì alla cerimonia per il suo ingresso nella Hall of Fame), mentre da Boston descrivono un Pallotta molto infastidito dalle voci ripetute su offerte arabe che lui continua a smentire e dalla diffusa ostilità dei tifosi sui social a lui legati, da quello del ristorante delle sorelle a quello dei Boston Celtics. È abituato a nuotare nel mare degli squali della finanza, non lo spaventano i leoni da tastiera o da striscione.