rassegna stampa roma

La Roma e la curva, un rapporto da ricostruire

Giovedì scorso molti giocatori sono andati sotto la curva sud a prendersi insulti, sputi e qualche oggetto dopo l’eliminazione in Europa League contro la Fiorentina

Redazione

Roma-Napoli, sabato 4 aprile dopo la sosta per le nazionali, non sarà una partita normale per classifica, rivalità e problemi di ordine pubblico. Sarà un match point per la zona Champions League, con i giallorossi che possono tagliare fuori i rivali (con una vittoria andrebbero a +9) e i napoletani che possono riaprire i giochi e innescare una volata a più squadre dal secondo al sesto posto. Non sarà indifferente, all’Olimpico, dove la Roma non vince il campionato dal 30 novembre 2014, il comportamento del pubblico giallorosso. Giovedì scorso molti giocatori sono andati sotto la curva sud a prendersi insulti, sputi e qualche oggetto dopo l’eliminazione in Europa League contro la Fiorentina. Un processo sommario che ha creato molta polemica. A Cesena i tifosi che hanno affrontato la trasferta hanno cantato con ostinazione «tifiamo solo la maglia», alternandolo con qualche «mercenari ». Dopo il gol, De Rossi è corso subito verso la panchina, ad abbracciare tutti i compagni, e per la prima volta, dopo una vittoria, la squadra non è andata a festeggiare sotto lo spicchio dei tifosi, ma è rimasta in mezzo al campo.

A Madrid hanno preso a pugni e sputi l’automobile di Bale, dopo la sconfitta contro il Barcellona nel Clasico, ma questa non è certo una consolazione. È la prova, semmai, che in una parte cospicua dei tifosi, a ogni latitudine, non si accetta più la sconfitta. E nemmeno un secondo posto in classifica. Morgan De Sanctis, che aveva già affrontato certi temi in una lunga e bella intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui rivelò che a volte, per gestire certe situazioni, la Digos aveva chiesto ai calciatori di parlare con gli ultrà, era tornato sull’argomento anche dopo Cesena- Roma: «Le istituzioni non devono lamentarsi di quello che è successo. Potevano dirci di non andare, erano al nostro fianco. Se i giocatori vanno lì, si spegne un po’ la rabbia. Abbiamo alleggerito il lavoro delle istituzioni. Aspetto di parlare con le istituzioni e ribadisco ciò che ho detto. Tavecchio ha ragione, si lavorerà affinché questo non succeda più».

È un tema caldo. I politici sono sempre i primi a scandalizzarsi per quanto avviene negli stadi, anche se hanno lasciato marcire per anni in parlamento leggi specifiche sullo sport. In Inghilterra il problema della violenza negli stadi è stato risolto dal parlamento (il famoso Taylor Act), in Italia ci si limita sempre a parlare e non agire di conseguenza. L’orario anomalo di Roma- Napoli, le 12.30, potrebbe favorire le famiglie. Ma non avranno paura del clima che questa gara si porta dietro? A Napoli, all’andata, si giocò in uno scenario surreale. Quale sarà l’accoglienza dello stadio ai giallorossi? Le parole di Keita, alla vigilia di Roma-Fiorentina, erano state incisive: «La pressione che mettono i mass media non influenza i risultati; se il tuo pubblico ti fischia, sì». Cosa conterà di più, sabato 4 aprile? Dare una mano alla squadra a prescindere o «tifare la maglia» rimarcando comunque una frattura tra curva e squadra?