Il Var è al centro delle discussioni tra i tifosi e non solo. Dopo Roma-Inter c'è stata l’esternazione del presidente James Pallotta: "Hanno deciso di mettere la Var proprio per questi casi, ma se poi non la usano a cosa serve?" in riferimento al calcio dirigore non concesso per il fallo su Perotti.
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Roma, cosa Var e cosa non Var. Proteste, pali, mercato e tenuta
Il nuovo sistema tecnologico che serve per aiutare gli arbitri non deve diventare un alibi per la squadra
Detto che le proteste sono più che giustificate, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera, e che la Roma è stata sfortunata (tre pali colpiti) resta un problema di fondo: accontentarsi di queste spiegazioni, con il rischio che diventino alibi, o fare lo sforzo – difficile ma utile – di vedere dove si può migliorare?
1) il mercato: Ruediger e Salah, due big della scorsa stagione, sono stati venduti e non sostituiti. Al loro posto, sabato sera, hanno giocato Juan Jesus (per l’emergenza infortuni) e Defrel (in attesa di Schick?). Il primo è stato asfaltato da Perisic, il secondo non è mai stato pericoloso in avanti. La Roma ha una rosa più ampia, ma ha perso qualità nell’undici titolare. Serve una correzione negli ultimi giorni di trattative;
2) preparazione atletica: la squadra è crollata dopo il pareggio dell’Inter. La tournée americana serviva davvero? Si pagano decine di milioni per i giocatori e non si cura abbastanza la preparazione. Chi ne ha fatto una religione, tipo Francesco Rocca, è ai margini del calcio. Perché?
3) concentrazione della squadra: Manolas si è preso più volte i rimproveri di Kolarov, El Shaarawy è entrato in campo ma non ha aiutato Juan Jesus come aveva fatto Defrel. Questa Roma, in attesa del rientro degli infortunati e di metabolizzare meglio il calcio di Di Francesco, ha bisogno del massimo da parte di tutti.
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