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Roma, arsenico e vecchi merletti. La triste prima di Dan all’Olimpico

LaPresse

La gara con la Juve doveva essere una passerella ma rischia di diventare un incubo

Redazione

Dan Freidkin sapeva di non aver comperato una società in buona salute e una squadra pronta a vincere. Però non poteva immaginare, nemmeno in incubo, che il suo debutto assoluto nella tribuna d’onore dello stadio Olimpico, scrive Luca Valdiserri sul "Corriere della Sera", potesse riservargli questo menu: 1) prima giornata di campionato con sconfitta 0-3 a tavolino contro il Verona; 2) il caso-Dzeko legato a un mercato confuso; 3) il caso-Milik, con le visite mediche alle ginocchia del centravanti polacco da cui sono partite le pesanti incomprensioni con il Napoli che hanno portato al naufragio del complicato scambio tra centravanti; 4) gli errori e le indecisioni di Fonseca fin dalla prima di campionato; 5) la situazione negli uffici di Trigoria e dell’Eur, con una pletora di dirigenti della vecchia gestione di difficile gestione: gli ultimi casi sono quelli del segretario generale Pantaleo Longo e del vicepresidente Mauro Baldissoni; 6) il malumore diffuso dei tifosi, che hanno da tempo perso la pazienza e che ormai discutono e si lamentano di qualsiasi cosa; 7) l’immobilismo del mercato in uscita, con tutti gli esuberi ancora ben presenti a Trigoria; 8) il sorpasso in porta di Mirante su Pau Lopez, pagato quasi 30 milioni un anno fa e già giubilato.

Chi conosce Dan e Ryan Friedkin parla di lottatori che si esaltano nelle difficoltà. Il presidente ha già dato un segnale importante: si pensava a una toccata e fuga a Roma, invece Dan ha prolungato la presenza. Ha capito che la situazione va affrontata senza isterismi ma con determinazione. Pensava di dover parlare soprattutto dello stadio di proprietà da avviare a Tor di Valle ma ha capito che la ricognizione sulla Roma deve essere a 360 gradi. Sperava di avere un po’ più di tempo per prendere certe decisioni, non si spaventerà se dovrà accelerare i tempi. La gara di domenica sera sarà già una prova decisiva per il futuro di molti. Nessuno è più sicuro del posto.