La Roma che verrà è un amore disperato, almeno così lo canterebbe Achille Lauro, scrive Davide Stoppini su Il Corriere della Sera. E disperato non è un aggettivo necessariamente negativo. Segnala, piuttosto, la ricerca di un equilibrio complicatissimo eppure affascinante, in definitiva una sfida tutta da giocare. Una sfida che miscela il campo e i conti, i giocatori e la società, Gasperini e i Friedkin, la costruzione e le cessioni, si le cessioni. Claudio Ranieri, senior advisor della proprietà, l'ha detto chiaramente ieri, nell'intervista a Sky: "Dovremo stare in regola con i conti. Vediamo come va il campionato, vediamo come ci classificheremo, che tipo di percorso faremo in Europa League. Sono tutte entrate che porteranno dei valori aggiunti. Poi dopo, al limite, ci sarà da vendere qualcuno, perché non possiamo permetterci di prendere il cartellino rosso. Lo scenario è questo: se arrivassimo in Champions League, con il cartellino rosso non la potremmo disputare. Dobbiamo tenere i conti veramente a posto". Nulla che non fosse già chiaro. Ranieri ha voluto ribadirlo. Con una finalità doppia: sottolineare la difficoltà nella quale si è mosso nell'ultima sessione il direttore sportivo Massara. E poi evitare fraintendimenti più avanti, quando il mercato si riaprirà a gennaio prima e a giugno poi. In soldoni: se la Roma dovesse raggiungere la qualificazione in Champions, potrebbe essere necessario completare una sola grande operazione in uscita entro il 30 giugno 2026.
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