Primo scoglio Lazio-Juve del 23 novembre, poi il secondo, una settimana più tardi, Roma-Inter. Il calendario ha concesso quasi tre mesi in più rispetto alle migliori previsioni per mettere a punto l’ordine pubblico dello stadio Olimpico. Una manna per come si è conclusa l’ultima stagione, con l’omicidio di Ciro Esposito prima della finale di Coppa Italia e i timori — forse qualcosa di più — di vendette e altri scontri. Nubi scure sul prossimo torneo che comincia fra un mese soltanto.
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Il prefetto di Roma all’attacco «Partite a rischio mai la sera»
Il calendario ha concesso quasi tre mesi in più rispetto alle migliori previsioni per mettere a punto l’ordine pubblico dello stadio Olimpico. Primo scoglio Lazio-Juve del 23 novembre.
E allora Roma corre ai ripari prima che sia troppo tardi. «Farò giocare le partite a rischio di pomeriggio, e se sarà il caso, anche a porte chiuse», annuncia il prefetto Giuseppe Pecoraro. Una presa di posizione chiara, ancor prima di scendere in campo: sarà più difficile assistere a match in notturna, soprattutto se si tratta di big match. Con buona pace di chi decide anticipi e posticipi.
Gioca d’anticipo il prefetto, napoletano e tifosissimo degli azzurri: nella prossima stagione gli incontri all’Olimpico con il bollino rosso sono una decina, compresi i due derby, addirittura alla penultima giornata. Quello d’andata sembra lontanissimo (11 gennaio 2015), come anche Roma-Napoli (4 aprile), la sfida preceduta il prossimo 2 novembre dalla prima gara al San Paolo. Eventi blindati perché il ricordo della tragedia di Ciro sarà sempre presente. A Napoli e a Roma.
Ma quest’anno all’Olimpico non si scherza. La parola d’ordine è sempre tolleranza zero. Con particolare attenzione agli agguati, alle «puncicate» — gli accoltellamenti alle gambe —, che hanno spesso trasformato in un incubo le trasferte dei tifosi ospiti. «La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto — aggiunge Pecoraro —, le mie saranno decisioni autonome, gli altri facciano quello che ritengono più giusto». Ma l’ultima parola spetterà a lui, sempre e comunque. Pur tenendo nella massima considerazione il parere dell’Osservatorio del Viminale sulle manifestazioni sportive, da pochi giorni presieduto da Alberto Intini, poliziotto di lungo corso, già questore di Benevento e Latina, ma anche capo della Scientifica nazionale, della Squadra mobile romana e prima ancora della sezione Omicidi. Una scelta di certo non casuale affidargli il compito delicato di stabilire quali eventi saranno a rischio, tenere il polso della situazione negli stadi, indicare alle questure e alle prefetture quali pericoli prevenire.
Una preoccupazione anche degli investigatori romani, che per il prossimo autunno potrebbero ottenere rinforzi non indifferenti grazie al progetto del questore Massimo Maria Mazza — rivelato dai sindacati di polizia — di reperire personale da utilizzare in ordine pubblico dalla chiusura notturna di alcuni commissariati capitolini. Serviranno nelle piazze così come all’Olimpico. Ma averci pensato con tanto anticipo non sembra proprio un buon auspicio per ciò che sarà.
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