Si è preso 48 ore di tempo per riflettere, anche perché chi lo ha incrociato nella pancia dello Juventus Stadium domenica pomeriggio assicura che James Pallotta fosse a dir poco infuriato per quello che aveva visto in campo. Per questo ha preferito non parlare dopo la partita, con ancora addosso l’adrenalina per quella che a Trigoria continuano a ritenere un’ingiustizia. A mente fredda, però, il presidente giallorosso ha provato a rasserenare l’ambiente e allo stesso tempo a lanciare un messaggio a tutto il calcio italiano. «Cominciate ad abituarvi — le sue parole apparse sul sito internet della società — perché noi lotteremo sempre per arrivare in alto».
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Pallotta: «Dobbiamo tutti calmarci un po’»
«Il calcio è un gioco che va a mille all’ora e a volte emergono errori e controversie: questo è un discorso valido per tutti. In fondo siamo due grandi squadre e ci avviamo verso una rivalità che durerà a lungo: questo non può che essere...
Pallotta in queste ore si trova a Londra per partecipare a «Leaders in football», il meeting annuale riservato ai manager delle società di calcio più importanti in Europa ma anche provenienti dallo sport americano, dalla Formula 1 e da multinazionali come Coca Cola e Microsoft, e domani sarà protagonista di un intervento sulla globalizzazione nel calcio in cui illustrerà le ragioni che lo hanno portato a investire nella Roma. Per il momento non è previsto nessun faccia a faccia con Andrea Agnelli, che non dovrebbe partecipare al meeting, ma l’invito del numero uno romanista di abbassare i toni ha tra i destinatari anche i rappresentanti della società bianconera. «Dovremmo fare tutti un respiro profondo e calmarci un po’. Il calcio è un gioco che va a mille all’ora e a volte emergono errori e controversie: questo è un discorso valido per tutti. In fondo siamo due grandi squadre e ci avviamo verso una rivalità che durerà a lungo: questo non può che essere un bene per il calcio italiano. Saremo sempre orgogliosi della nostra squadra».
Un intervento low profile in netta controtendenza rispetto a quelli, a fine partita, di Francesco Totti, Rudi Garcia e del d.s. Walter Sabatini ma anche alle risposte dell’a.d. bianconero Marotta e di Pavel Nedved. Pallotta, insomma, ha voluto abbassare i toni — non tutti i tifosi giallorossi hanno apprezzato — nel rispetto di una strategia di comunicazione che la Roma americana ha sempre portato avanti. Ma ha anche voluto dire alla squadra di non nascondersi dietro episodi arbitrali, seppure evidenti e penalizzanti come quelli di Torino.
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