A Roma c'è stato un presidente che ha scritto la storia e vinto uno scudetto partendo dalle piccole cose: Dino Viola, non è stato 'solo' l'uomo che ha preso Falcao ma pure quello che la sera faceva il giro del centro sportivo e spegneva tutte le luci. Quarant'anni dopo - scrive Davide Stoppini su Il Corriere della Sera - a Trigoria c'è invece un elettricista che sta illuminando a giorno la Roma, tutta, mica solo la squadra. Uno che gli interruttori li ha tirati su ora si gode il risultato. "Si è accesa la luce in tanti giocatori", ha detto Gian Piero Gasperini a Cremona. Un'immagine che racconta molto del primo posto solitario dopo quasi un terzo di campionato. E sì, forse lo scudetto da queste parti è davvero una questione di illuminazione. "Abbiamo rotto gli argini del divertimento", ha raccontato ancora l'allenatore, pure dialetticamente ispirato. Persino a scuola col sorriso. Perché Gasperini ha convinto tutti a sposare un calcio più offensivo. Più controllo e meno resistenza. La squadra di Cremona era sorridente. Luminosa. Lo era nei singoli, praticamente tutti elevati al top assoluto del loro rendimento, inteso proprio come carriera. Il primato della Roma è oggi un primato democratico. Non c'è un vero leader in squadra. Nessuno spicca, tutti spiccano. Il leader è in panchina, s'è capito. Non ci sono capipopolo in campo, i Totti e i De Rossi di una volta. La luce, appunto, la accende Gasperini con le sue idee. Il murales apparso sui muri di un quartiere storico come la Garbatella, dove si vede un Gasperini mago intento a miscelare nel pentolone cuore, grinta e sudore, ha fatto sorridere l'allenatore: "Gli ingredienti sono giusti, ora vediamo di aggiungerci le spezie". Ovvero un paio di rinforzi a gennaio. Uno su tutti, Zirkzee. Centravanti atipico che il Manchester United si è convinto a lasciare in presti
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