I gol dell’Italia salgono a vista d’occhio come l’alta marea di novembre, danno una sensazione di piccola onnipotenza che avevamo dimenticato. Come scrive Mario Sconcerti su Il Corriere della Sera, le vittorie consecutive diventano 11, continuano a esordire ragazzi e nessuno sa più deludere. Zaniolo è uno strano tipo di giocatore, a volte inciampa nella sua forza, si annoda nella corsa perché non è ancora corretto nel controllo. Ma ha tutto, è il campione del futuro. Ha fisico, potenza, classe, sfacciataggine, ma anche serietà. Non è un bad boy, è uno che a volte ha voglia di scappare dalla casa robusta che il calcio gli ha costruito intorno. È un giocatore nuovo, i suoi valori atletici sono fra i più alti d’Europa. È onnicomprensivo, adattabile. Non è il migliore di tutti, ma è unico come Tonali, Barella, Chiesa. Da queste qualificazioni escono due Nazionali quasi identiche e interscambiabili, con lo stesso gioco, perfino gli stessi risultati. Parlo di capacità di essere belli e utili, tutti nella stessa misura che fanno di Mancini un c.t. diverso.
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L’unicità di Zaniolo e la doppia Nazionale
La prestazione del numero 22 della Roma ha mostrato tutte le potenzialità e il bagaglio tecnico di un giocatore ancora giovane e con ampi argini di miglioramento
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