rassegna stampa roma

Lucho, aria di lungo addio. E Totti tiene in ansia la Roma

(Corriere della Sera-L.Valdiserri) C’è Roma-Fiorentina, oggi pomeriggio, ma nessuno se ne accorge. C’è Jovetic nella lista dei convocati viola e c’è Totti con la febbre:

Redazione

(Corriere della Sera-L.Valdiserri) C'è Roma-Fiorentina, oggi pomeriggio, ma nessuno se ne accorge. C'è Jovetic nella lista dei convocati viola e c'è Totti con la febbre:

ieri non si è allenato e i margini per recuperarlo oggi non sono molti. Ma sembrano dettagli. L'interesse è altrove. È ai quattro gol presi contro la Juventus che bruciano ancora e hanno aumentato esponenzialmente il numero dei critici contro Luis Enrique. C'è stata una contestazione a Fiumicino, al ritorno della squadra da Torino. Non erano molti, è vero, ma era anche notte fonda. E il tam tam degli scontenti (15 sconfitte stagionali, 13 in campionato, i due derby persi, crolli a Cagliari, Bergamo, Lecce e allo Juventus Stadium) è forte e continuo.

 

La presenza di Franco Baldini alla conferenza stampa prepartita, a sorpresa, è un segnale. Prova a convincere tutti che il progetto c'è, è forte e Luis Enrique è un pezzo importante del puzzle: «Sappiamo quello che facciamo, dove stiamo andando e dove vogliamo arrivare. L'allenatore è parte di questo progetto, è un professionista serio, con qualità straordinariamente importanti. Proprio perché erano chiari i problemi che potevamo incontrare nella prima stagione abbiamo sempre parlato di obiettivi da rincorrere in più anni». Ma la pazienza dei tifosi sembra essere finita. Sono in tanti a chiedere la testa dell'allenatore asturiano, tanto più dopo le scelte della partita di Torino: Totti in panchina, insieme a Lamela e Bojan, e Perrotta in campo dopo un'assenza, tra i titolari, che durava da inizio dicembre. Ma sembra finita anche la sopportazione di Luis Enrique di quello che lo circonda, fuori dal fortino di Trigoria. I rapporti con la stampa sono ai minimi storici e il botta e risposta di ieri, una specie di wrestling a parole, lo dimostra.

«Cosa ho sbagliato? Tutto. Il 100%. Quello che la squadra fa male è tutta colpa mia, quello che fa bene è soltanto merito dei calciatori. Non vi va bene come risposta? Ditemi, allora, cosa devo dire. Andrò via se la società non avrà più fiducia in me. Andrò via se mi accorgerò che i miei giocatori non mi seguono più. Andrò via se la maggioranza dei tifosi sarà contro di me. Non andrò via se mi criticano i giornalisti. L'esclusione di Totti contro la Juve? È il giocatore più importante, ma purtroppo ha 35 anni e non giocherà fino a 50. La squadra non deve pensare che senza Francesco è tutto finito».

Ma nessuno può dire, adesso, se finirà prima la storia di Totti con la Roma, per motivi di età, o quella di Luis Enrique e la Roma per consunzione. «Non vi preoccupate: ho detto che sarei rimasto dieci anni, ma scherzavo. Chi sbaglia paga, ma io non pago? Ve lo dico tra cinque partite». La prima è oggi, contro la Fiorentina. Passa sullo sfondo, come se fosse un ospite poco gradito, di quelli che non vedi l'ora che se ne vadano di casa