Con le unghie e con i denti. La Roma esce da una partita bella, difficile, intensa, equilibrata, con un grande scatto d’orgoglio, con consapevolezza di limiti e forza e con un’iniezione di fiducia, scrive Paola Di Caro sul Corriere della Sera.
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Lo scatto d’orgoglio
La reazione finale contro l'Inter dovrà servire per dare benzina alla seconda parte del campionato
Che dovrà servire per dare benzina alla seconda parte del campionato, quella che può mettere le basi per l’ultimo, decisivo salto di qualità. L’Inter è una squadra costruita per vincere il titolo, la Roma è stata all’altezza della sfida. Non significa che si debba avere lo stesso obiettivo che Conte nega, ma che sa benissimo essere quello che il mondo pretende da lui, ovvero lo scudetto. Significa però che una squadra molto cresciuta negli ultimi mesi, con interpreti attesi che non deludono le aspettative ma le superano (Mikhitarian tra tutti) o inattesi che sorprendono di giornata in giornata (Villar), ben guidata, ben messa in campo, apparentemente serena, unita, divertente e che si diverte, deve puntare senza timore ad entrare nelle prime quattro. Il tifoso non può contemporaneamente chiedere «rispetto per noi, che siamo una grande squadra» e poi considerare indebita pressione l’ambizione di chiudere il campionato in zona Champions League. Delle due, l’una. E sono la società, l’allenatore, i calciatori - giustamente - a muoversi come chi ha ben chiaro l’obiettivo finale. Poi il calcio è strano, basta poco per salire o scendere da un podio, nulla è dovuto né scontato. Ma senza voler essere per forza Icaro che sfida il sole, è giusto ambire al posto che si sta dimostrando di meritare. Con coraggio. E le unghie, e i denti.
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