La Roma vola leggera. Quarta vittoria consecutiva (compresa la Champions), terzo posto per una notte. Apre Nzonzi nel primo tempo (sesto gol su palla inattiva), chiude il solito Dzeko a cinque minuti dal 90’. La crisi sembra alle spalle, scrive Alessandro Bocci sul Corriere della Sera, anche se Di Francesco farà bene a rivedere la partita con l’Empoli che certo gli offrirà molti spunti di riflessione.
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L’Empoli gioca ma non fa male. La Roma ringrazia e vince
Apre Nzonzi nel primo tempo e chiude il solito Dzeko a cinque minuti dal 90’
Perché in Toscana la cosa migliore è il risultato. Il resto è quasi niente. E se l’Empoli non pareggia è soltanto perché in attacco proprio non graffia. Sul banco degli imputati soprattutto Ciccio Caputo che nel giro di tre minuti sbaglia un rigore e un’altra clamorosa occasione da centro area. Da registrare anche il palo di Bennacer, il settimo della stagione empolese.
La Roma guarda, lenta, compassata, lunga, forse anche stanca per la Champions, di sicuro incapace di prendere in mano la partita (alla fine saranno solo tre i tiri nello specchio della porta).
La rete di Nzonzi arriva all’improvviso senza essere annunciata dentro una partita stanca in cui il divario tecnico è enorme. La punizione è calciata da Lorenzo Pellegrini, la spizzata del centrocampista campione del mondo non dà scampo a Terracciano. Nzonzi è l’11° marcatore della cooperativa giallorossa (12° se consideriamo la Champions).
L’Empoli chiude la gara all’attacco. Ma il gol è una chimera. Anche La Gumina, appena entrato, partecipa al festival dello spreco con un diagonale fuori misura. Dzeko, secondo centro in campionato, dopo quello di Torino, raddoppia sfruttando l’assist di El Shaarawy. Freddo, preciso, lucido. DiFra,che qui ha mosso i primi passi, ringrazia e porta a casa.
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