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La Roma va in ritiro, i giocatori non capiscono ma si adeguano

LaPresse

Decisione per "responsabilizzare la squadra", però le critiche di DiFra fanno male

Redazione

Non capisco, ma mi adeguo. La risposta della dirigenza, dopo il pareggio di Cagliari che è stato peggiore di una sconfitta, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera, è il ritiro a Trigoria a tempo indeterminato per "responsabilizzare la squadra".

La temperatura della piazza si alza (ieri è comparso fuori dal centro sportivo uno striscione poco natalizio: "Idea regalo: le palle") e il ritiro è sempre una soluzione dall’alto gradimento popolare. Anche Francesco Totti ha speso qualche parola in più per convincere il gruppo degli scettici.

Di Francesco, ieri, ha spostato l’allenamento al pomeriggio, perché in mattinata si è prolungato il solito «faccia a faccia», che questa volta aveva anche il d.s. Monchi come invitato. I giocatori non erano certo felici della decisione, così come non lo sono di un altro fatto, che sta diventando pesante.

Dopo il ritiro si tornerà alla "libera uscita" e, proprio per questo, il gruppo dei calciatori gradirebbe una maggior difesa nelle dichiarazioni ufficiali. Detto questo, visto che il momento è difficile, nessuno si è tirato o si tirerà indietro. Proprio come ha fatto Kostas Manolas, che a Cagliari ha sbagliato gravemente sul 2-2, ma che ha giocato 97 minuti in condizioni precarie. Ai margini delle sedute di autocoscienza c’è una stagione che continua a ritmo serrato. La trasferta di Plzen mercoledì sera (ore 19) e lo scontro di domenica contro il Genoa (all’Olimpico, ore 20,30) mettono Di Francesco davanti a nuove scelte. La gara di Champions vale i 2,3 milioni di euro dei premi Uefa, ma in molti giocano senza sosta o ricambi (Nzonzi, Cristante, Schick, Kolarov, Florenzi, Zaniolo...). È il caso di rischiarli nel gelo della Repubblica Ceca?