rassegna stampa roma

La Roma crolla davanti all’Atalanta. Garcia si gioca tutto contro il Bate

Finisce tra i fischi di un pubblico giallorosso sempre più sparuto nel numero e fiaccato nelle speranze

Redazione

La Roma è ancora una volta vicina allo psicodramma, scrive Luca Valdiserri su Il Corriere della Sera. Prima viene asfaltata da Messi, Suarez e Neymar, poi sbertucciata da Reja, che i tifosi della Lazio chiamano «zio Edy».

Finisce 2-0 per l’Atalanta, che si merita il risultato per come ha preparato la gara («Digne e Florenzi sono ali, non terzini, li abbiamo attaccati con i tagli di Moralez e Gomez», è l’epitaffio dettato da Reja) e l’ha interpretata.

La fase difensiva è sempre dilettantesca (preso almeno un gol in 17 gare stagionali su 19, questa volta la papera è di Digne) quella offensiva, senza gli infortunati Gervinho e Salah, si è inceppata.

Le grandi domande sono due. Garcia rischia la panchina? Dopo l’1-6 a Barcellona finirà con una caduta libera come dopo l’1-7 contro il Bayern Monaco? Il miglior alleato del tecnico è il calendario. Il 9 dicembre la Roma affronterà il Bate Borisov in una gara che vale 20 milioni. C’è appeso il passaggio agli ottavi di Champions e basta una vittoria. Uscire dalla Coppa sarebbe deleterio per i conti sotto controllo dell’Uefa (senza i soldi della Champions si vendono giocatori) e fatale per la panchina del tecnico. Girano tanti nomi (Spalletti, Mazzarri, Capello, Prandelli, Lippi), ma, essendo tutti liberi, si può aspettare e incrociare le dita.

La Roma è già stata sventrata due volte dai suoi dirigenti. Da Pallotta quando ha deciso lui il preparatore atletico, depotenziando Garcia. Da Sabatini che ha messo insieme una squadra forte solo negli 11 titolari. Sono stati comprati giocatori parecchio inferiori a quelli che sono andati via (Ruediger/Yanga Mbiwa; Iago Falque/Ljajic); è stato tenuto Iturbe, che è regredito a giocatore di paese («Deve tornare a giocare come in piazzetta» ha detto un Sabatini profetico senza volerlo); non si è tenuto conto della carta d’identità di Maicon, Keita e Totti; è stato mandato in confusione Florenzi facendogli credere di essere più forte di Dani Alves.