(Il Corriere della Sera - G.Piacentini) Non è un mistero che Rudi Garcia tenga particolarmente alla Coppa Italia. Classifica alla mano, è ancora la strada più corta per arrivare all’obiettivo che il tecnico francese ha sempre avuto in testa dal suo arrivo a Roma: alzare un trofeo, il primo in casa romanista della gestione americana. La Coppa Italia, seppure declassata a «porta ombrelli» da gran parte della tifoseria dopo la sconfitta contro la Lazio nella finale del 26 maggio, è comunque una manifestazione con cui la Roma ha sempre avuto un buon feeling e messo già nove volte in bacheca. Di motivazioni che rendono la gara di stasera contro il Napoli (20,45 al San Paolo, si parte dal 3-2 dell’andata) un vero e proprio snodo della stagione, insomma, ce ne sono in abbondanza. «Quando due squadre stanno a 90 minuti dalla finale – è la spiegazione del tecnico francese -, la partita è sempre importante. C’è la possibilità di andare a giocare una finale che assegna un trofeo: speriamo che sia una sfida bella come all’andata e che la Roma vada in finale».
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La richiesta di Garcia: ”Roma, regalami la finale”
(Il Corriere della Sera – G.Piacentini) Non è un mistero che Rudi Garcia tenga particolarmente alla Coppa Italia.
Su una cosa Garcia non ha dubbi e cioè che la sua squadra non farà calcoli, nonostante il vantaggio: «Come al solito giocheremo per vincere, non aspetteremo l’avversario per difendere il risultato perché non sono queste le nostre caratteristiche. Non c’è una sola strategia: si può avere il possesso del pallone oppure lasciarlo agli avversari, dipende anche da come si sviluppa la gara. Quando una squadra segna un gol in fretta, ad esempio, poi può anche aspettare gli avversari e colpire in contropiede, come in parte è successo all’andata». Roma e Napoli sono le squadre che, insieme alla Fiorentina («ma anche il Verona e il Cagliari hanno fatto delle buone cose»), esprimono un gioco dal respiro internazionale e non è un caso che siano in lotta tra di loro in campionato per il secondo posto che significa accesso diretto alla Champions e tanti soldi in cassa. «Questa partita – ammonisce Garcia –riguarda solo la Coppa Italia. Giocheremo come sappiamo e, una volta qualificati, non cambierà nulla nella corsa in campionato».
Un fattore determinante sarà la condizione fisica: per il Napoli sarà la quarta partita in dieci giorni mentre per la Roma, grazie alla sospensione contro il Parma, la terza. «È una valutazione da fare, bisogna dare tutto e vedremo sul piano fisico chi andrà meglio. Ma si può giocare lo stesso in maniera intelligente e gestire la situazione». In questa ottica sarà ancora più importante non sbagliare le scelte iniziali. Garcia, senza la coppia di terzini Balzaretti e Dodò infor tunat i e con Nainggolan squalificato, fa pretattica. «Può essere la partita di Destro, ma anche di Gervinho, che ha un profilo unico. Di Totti, che può partire titolare, di Florenzi, Ljajic e forse anche di Federico Ricci. Francesco e Mattia possono giocare insieme, è già successo col Catania». Difficilmente succederà oggi, almeno all’inizio.
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