Attento all’abbigliamento, ben pettinato e dai modi gentili. Paulo Fonseca, se parliamo di look, si trova più a suo agio in Italia che in Ucraina. L’immagine, però, non deve ingannare, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera.
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La legge di Fonseca vale anche per Pedro: “Le regole della Roma uguali per tutti”
Il tecnico: "Sono chiaro e diretto, bisogna accettarlo"
Soprattutto in questa seconda stagione sulla panchina della Roma, infatti, l’allenatore portoghese ha dimostrato di essere un "duro". Ne sa qualcosa Dzeko: dopo l’ammutinamento al termine della partita di Coppa Italia contro lo Spezia (quella delle sei sostituzioni, persa sia in campo che a tavolino) il bosniaco ha conosciuto anche la tribuna e ha perso fascia da capitano e maglia da titolare. Ne sa qualcosa Pedro, già poco soddisfatto del suo minutaggio: giovedì sera è stato sostituito perché, secondo Fonseca, "non ha capito quello che volevo". Cioè non faceva la fase difensiva.
Il "metodo Fonseca" è stato rivendicato dall’allenatore anche nell’intervista fatta su Dazn da Federico Balzaretti("Balza incontra Fonseca» è disponibile da ieri sulla pay tv in vista del match Parma-Roma di domani): "La leadership è importante. Sono sempre molto diretto con i miei giocatori. A volte per loro non è facile accettare la mia verità, ma penso che sia meglio accettare la chiarezza. Le regole sono uguali per tutti. Ci sono ovviamente diverse personalità e diversi modi di agire. Ad esempio, io so che se urlo con Mancini è il miglior modo per spronarlo ma con Spinazzola devo fare diversamente. Poi ho giocatori a cui non ho bisogno di dire nulla".
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