Da quando è tornato a Roma, Luciano Spalletti ha preferito sperimentare un 3-4-2-1 che, nella prima partita non ha impedito all’Hellas di pareggiare, e allo Juventus Stadium ha retto per 70’ facendo solamente la fase difensiva. Quasi sempre la Roma ha giocato con 8/9 uomini sotto la linea del pallone e quasi mai è riuscita a ripartire per mettere in difficoltà la Juventus, scrive Luca Valdiserri su "Il Corriere della Sera".
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La difesa a 3 valorizza solo DDR. Dzeko è «invisibile» in area
Salah è il caso più evidente perché praticamente non ha toccato palla. Nainggolan non ha ben chiara quale posizione tenere e lo stesso vale per Pjanic. Né Digne né Florenzi hanno dato del ruolo un’interpretazione troppo timida
Ci sono alcuni dati che mostrano appieno la sofferenza offensiva: 15 tiri a 6 per la Juve, 7 tiri nello specchio a uno, 62,8% dei duelli vinti dai bianconeri, 20 cross a 8, nessun pallone toccato da Edin Dzeko all’interno dell’area avversaria. È come se la Roma avesse messo le energie solo per difendersi. L’unico giocatore che ha davvero convinto nelle due prime partite di Spalletti è stato Daniele De Rossi, utilizzato da centrocampista contro l’Hellas e da difensore centrale contro la Juve.
Dzeko, invece, è stato abbandonato a se stesso. Salah è il caso più evidente perché praticamente non ha toccato palla, con l’arrivo di Perotti e El Shaarawy è quello che rischia il posto. Nainggolan non ha ben chiara quale posizione tenere e lo stesso vale per Pjanic, che non ha le caratteristiche da playmaker «basso». Né Digne né Florenzi hanno dato del ruolo un’interpretazione troppo timida. Florenzi è l’uomo più in crisi.
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