Più di quella del Camp Nou e quella di domenica contro l'Atalanta, come scrive Luca Valdiserri oggi su Il Corriere della Sera, è il vuoto allo stadio la sconfitta peggiore per la Roma americana, partita cinque anni fa con tante idee e caduta adesso al minimo storico di passione giallorossa.
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La crisi della Roma americana è tecnica, economica e di tifo. Il futuro può chiamarsi Conte
E' il vuoto allo stadio la sconfitta peggiore per la Roma americana, partita cinque anni fa con tante idee e caduta adesso al minimo storico di passione giallorossa
Si fatica a superare i 20.000 paganti nelle partite meno importanti, non si fa il tutto esaurito nemmeno in Champions, nel derby o contro la Juve. E non manca solo la Curva Sud.
E' venuta totalmente a mancare l’empatia che la squadra giallorossa ha sempre avuto con il suo pubblico, quello del «la Roma non si discute, si ama».
E ora? Come limitare i danni? Come ripartire, visto che la stagione è ancora lunga e, come dice Garcia, la Roma è ancora in corsa per gli obiettivi di inizio stagione? Nell’immediato, la squadra andrà in ritiro da giovedì per preparare la trasferta di sabato contro il Torino. Garcia si è sempre detto contrario a simili soluzioni, ma questa volta ha dovuto abbozzare. La data segnata in rosso sul calendario è quella del 9 dicembre, cioè la gara contro il Bate Borisov.
L’impressione è che Garcia, depotenziato da questa estate, quando il presidente Pallotta gli ha scelto personalmente il preparatore atletico, in questo momento sia un traghettatore fino al termine della stagione. Poi si proverà a convincere Antonio Conte.
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