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A volte, per capire il peso di una vittoria, basta guardare chi l'ha costruita nell'ombra. A San Siro è stato Manu Koné a far battere il cuore della Roma. In una delle sfide più dure della stagione, infatti - scrive Gianluca Piacentini su Il Corriere della Sera - Ranieri ha scelto il francese davanti alla difesa, in un ruolo non del tutto nuovo, avendolo già ricoperto con la nazionale transalpina e con la stessa Roma a Udine, ma comunque inusuale. Una scelta fatta non solo per fermare Calhanoglu, ma per dare ritmo, coraggio, continuità. Koné ha risposto con una prestazione totale: 7 palloni recuperati, 102 metri percorsi palla al piede verso la porta avversaria, il 100% dei passaggi completati. Numeri che raccontano ma non spiegano fino in fondo l'importanza che sta acquisendo nel centrocampo giallorosso. Il suo percorso romanista, fin qui, non è stato lineare. Voluto da De Rossi, che si è imposto sul direttore sportivo Ghisolfi - soddisfatto dall'arrivo di Enzo Le Fée e poco incline ad accogliere la richiesta dell'allora tecnico - Koné è arrivato dal Borussia Moenchengladbach per 18 milioni nell'ultimo giorno di mercato. Appena in tempo per conoscere il suo principale sponsor, De Rossi appunto, prima dell'esonero.
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