Qualcosa si muove. Oggi, o al più tardi domani mattina, Stefano Palazzi riunirà i suoi collaboratori e aprirà l’inchiesta su Claudio Lotito e Pino Iodice. Lo scenario è «inquietante », secondo la definizione di Giuseppe Marotta, l’amministratore delegato della Juve, che parla per bocca di Andrea Agnelli e riaccende la faida dell’estate. «Mi sembra di essere tornato al Medioevo, più precisamente al feudalesimo dove c’erano feudatari, vassalli e valvassori. Noi non condividiamo nulla di questo sistema e riteniamo inadeguati i vertici federali. Ma penso anche che accentrare troppo potere nelle mani di una sola persona, vale a dire Lotito, sia sbagliato e pericoloso. Non va bene sostenere che Beretta conti zero e Abodi sia un cretino. Sono esternazioni gravi. La Juve è pronta a battagliare, ma farlo contro i mulini a vento è difficile. Serve un intervento esterno, mi auguro che i politici abbiano il coraggio di uscire allo scoperto perché all’estero sorridono di noi».
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Juve contro Lotito: ”Calcio da Medioevo, tocca al governo”
Le esternazioni di Lotito riportano in luce le spaccature di questa estate: Juventus, Roma e Fiorentina si schierano contro la Lega. Preziosi e Galliani restano dalla parte di Tavecchio e del presidente della Lazio
Il governo per adesso resta nell’ombra e non potrebbe essere diversamente visto che la Fifa ne impedisce le intromissioni, in linea con la Carta olimpica. Il premier Renzi non gradisce quanto sta succedendo, ma ha altre priorità (la crisi in Libia tanto per fare un esempio). E Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, pur innervosito dagli atteggiamenti di Lotito, non va oltre il tweet di venerdì. Tocca a Palazzi, dunque. Il capo della Procura federale dovrebbe convocare quanto prima Iodice per un’audizione, in modo da capire se il d.g. dell’Ischia ha altri audio che possono inguaiare Lotito. Lo stesso presidente della Lazio sarà chiamato in fretta a dare la sua versione dei fatti. Lotito rischia il deferimento che esorterebbe lo spettro della decadenza dalle cariche federali se l’eventuale nuova sanzione, sommata alle precedenti (9 mesi), superasse l’anno. Palazzi dovrà indagare in fretta, senza perdere tempo, tenendo conto che ha il fiato sul collo della Procura Coni.
Lotito schiuma rabbia, ma non molla. Questa mattina alle 11, all’assemblea della Lega Pro, avrà un faccia a faccia particolarmente teso con Iodice. Al tempo stesso, la riunione di Firenze servirà a chiarire gli equilibri interni alla ex Lega di C dove un gruppo di società intende sfiduciare Macalli, presidente dal 1997. Oggi però non si voterà sul presidente. Per costringerlo ad andarsene servirà una nuova assemblea. Resta il fatto che gli alleati di Tavecchio sono in difficoltà. E la guerra dentro la Confindustria del pallone ricomincia. Juve e Roma sono alleate, oggi come lo erano in estate. «Mi dispiace dirlo, ma non c’è niente di nuovo. Abbiamo un’idea diversa di come dovrebbe essere gestita la Lega», l’analisi di Mauro Baldissoni, d.g. giallorosso. Il fronte dei dissidenti si allarga alla Fiorentina. Le parole di Andrea Della Valle sono nette: «La posizione di Lotito non è più sostenibile». Ma per il resto, pur tra mille imbarazzi, il fronte resta compatto. La Lega non abbandona il presidente della Lazio, non lo fa Galliani che se la cava con un «sono e resto amico di Claudio» e non lo fa neppure Preziosi. Tutti fanno finta di niente.
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