rassegna stampa roma

Inchiesta sullo stadio, i giudici: “Lanzalone influenza la politica”

Rigettata l’istanza presentata dall'ex presidente dell'Acea per lasciare i domiciliari

Redazione

A conferma di un ruolo che andava ben al di là della sua veste ufficiale, il giudice per le indagini preliminari rigetta l’istanza presentata da Luca Lanzalone per lasciare i domiciliari perché "il concreto pericolo di recidiva e di inquinamento probatorio appaiono assai elevati e in nulla scemati dalle sue dimissioni quale presidente di Acea".

In sostanza, scrive il gip nelle motivare la sua ordinanza, "Lanzalone ha dimostrato di godere di una rete di relazioni assai ampia e di una notevole capacità di influenzare le decisioni di organi di vertice della politica e dell’amministrazione" che l’inchiesta non ha interrotto, come riporta il Corriere della Sera.

Coinvolto con un ruolo preponderante nell'associazione a delinquere che avrebbe messo in piedi l’immobiliarista Luca Parnasi, l’emissario dei vertici grillini per affiancare Virginia Raggi nel dossier Tor di Valle chiedeva misure cautelari attenuate. Lanzalone, scrive la gip Maria Paola Tomaselli, ha reso "dichiarazioni del tutto svincolate e contrastanti con i dati probatori acquisiti". Di più, "le giustificazioni addotte da Lanzalone in relazione tra l’altro alle utilità ricevute (le tangenti mascherate da consulenze fatte avere al suo studio legale da parte di Parnasi, ndr) appaiono in taluni casi inverosimili e sempre contraddette dai dati probatori esistenti".

Il giudice cita le testimonianze rese dal dg della Roma, Mauro Baldissoni, da quello capitolino, Franco Giampaoletti, dalla sindaca Raggi (tutti ascoltati una seconda volta su questo punto) e del collaboratore di Parnasi, Luca Caporilli (arrestato) dalle quali emerge "il ruolo di funzionario di fatto del Lanzalone e l’incarico di natura pubblicistica rivestito dal medesimo nell'amministrazione capitolina".