Presto Hristiyan Iliesvki potrà tornare a casa, in Macedonia. Il suo avvocato, Luca Curatti, ha presentato istanza di scarcerazione e la Procura è orientata a dare parere favorevole, a dimostrazione di come le dichiarazioni-fiume del capo degli «zingari» siano considerate preziose. A tal punto, secondo gli inquirenti, da aver blindato l’inchiesta sul Calcioscommesse. L’ex superlatitante, nel terzo interrogatorio davanti al pm Roberto di Martino, ha aggiunto altri particolari sulle partite sospette. Come Palermo-Napoli del 23 aprile 2011, a proposito della quale lo slavo ha raccontato d’aver mostrato via Skype ai suoi interlocutori, non essendoci più il tempo per consegnarli direttamente, i 300 mila euro per organizzare la combine. A Ilievski sono state fatte vedere 170 fotografie di personaggi coinvolti nello scandalo, alcuni li ha riconosciuti, altri no. Se un nome esce indenne dal suo racconto è quello di Antonio Conte. Infatti, pur essendoci, dice una fonte investigativa, «uno sterminio di partite del Siena», lo «sfregiato» non ha mai parlato dell’allenatore della Nazionale. Quasi chiuso il capitolo Ilievski, l’inchiesta muove i suoi ultimi passi prima delle richieste di rinvio a giudizio, attese nel giro di un mese. Guido Marilungo, giocatore dell’Atalanta, ha chiesto di essere sentito dal pm. Informazioni preziose sarebbero potute arrivare da Pho Hock Hheng, «delegato» dagli scommettitori di Singapore a portare i soldi al «gruppo dei bolognesi». Ma l’asiatico arrestato nei giorni scordi a Kuala Lampur è già stato scarcerato.
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Ilievski mostrò i soldi attraverso Skype. Il capo degli «zingari» non coinvolge Conte
L’ex superlatitante, nel terzo interrogatorio davanti al pm Roberto di Martino, ha aggiunto altri particolari sulle partite sospette
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