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Il nostro Mondiale. L’Italia riparte con l’Argentina. In gioco anche il destino di Di Biagio: “Sarà una notte importante per me”

La Nazionale inizia il nuovo ciclo sfidando Messi e il nuovo ct sarà tra gli osservati speciali

Redazione

Gigi Di Biagio non ha un curriculum nobile ma da giocatore, prima nella Roma e poi nell’Inter, sa come si vivono certe serate. Argentina-Italia è molto più di una amichevole. In gioco il destino di questo allenatore romano, figlio della Federazione, uomo di campo, silenzioso e pronto a giocarsela. "L’emozione non la sento, anche perché ho lavorato duro. So che sarà una notte importante per me, ma non sono cambiato, faccio sempre le stesse cose e mi interessa che i ragazzi trasferiscano in campo quanto abbiamo provato". Comincia stasera nello stadio del City, davanti a 40 mila spettatori e magari al maestro Guardiola, il percorso di espiazione con le grandi Nazionali. E proseguirà martedì a Wembley con l’Inghilterra e a giugno con la Francia a Nizza e l’Olanda a Torino, nella notte del probabile addio al calcio giocato di Gianluigi Buffon. "Dobbiamo prepararci per il nostro mini Mondiale", dice il c.t. Una specie di calvario che gli azzurri affrontano con il sorriso anche se non mancano le risposte piccate dopo le accuse sguaiate di Raiola. "Mino lo conosco da 25 anni, quello che dice è irrilevante. Certe cose fanno parte del nostro lavoro. Ho letto e due secondi dopo mi sono messo a lavorare", fa sapere l’allenatore. Buffon è più articolato e più duro nelle risposte anche perché le critiche all’epilogo azzurro del portierone si sono dilatate e non limitate al manager di Donnarumma: "Il mio ruolo è aggregante, ho sempre pensato con il noi prima che con l’io. Ho chiarito con Di Biagio che non volevo venire per fare una passerella ma per essere utile nello spogliatoio. Ho 40 anni e sono sempre il portiere titolare della Juve che non è proprio una squadra di quinta fascia… Mi hanno fatto piacere le parole di Capello sul Corriere , siamo uno strano Paese: mi attaccano ma sono qui dal ’93 e dalla Under 15 in avanti ho preso sette medaglie, tre d’oro. Non sono un problema e non lo sarò mai. Sono state dette e scritte cose fuori dalla grazia di Dio". Perché Gigi, a fine stagione, smetterà con il calcio giocato: "Sono arrivato in vespa e vado via a piedi visto che la macchina me la dà la Juventus. Come me lo immagino l’addio? Una serata felice, serena, sobria. Ora però sono concentrato sul presente. Messi o Ronaldo? Diversi. Leo più completo, Cristiano un killer". Il clima è sereno, la squadra concentrata. Di Biagio indica la strada: "Non dobbiamo più parlare del Mondiale fallito. È il momento di andare avanti. Anch’io da giocatore in Nazionale ho avuto momenti difficili ma non mi sono fermato. Deve essere così anche stavolta. Il faccia a faccia con l’Argentina è proibitivo. La mia speranza è che l’Italia giochi senza paura e lo faccia nella metà campo avversaria".

(A.Bocci)