Si è molto discusso, dopo lo 0-4 subito a Napoli, dei problemi della Roma nel gestire gli scontri diretti, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera.
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I tre tenori: croce e delizia della Roma
Fonseca chiede meno fase difensiva a Dzeko, Mkhitaryan e Pedro per averli più freschi in attacco. Contro le «big», però, come è successo a Napoli, la squadra rischia di rimanere spezzata in due
Per entrare in zona Champions - Fonseca non ha mai parlato di altro - il tecnico portoghese si è affidato al tridente Dzeko-Pedro-Mkhitaryan: una garanzia in quanto a classe e qualità, ma che deve pagare un logico prezzo alla carta d’identità. Dzeko ha 34 anni, Pedro 33 e Mkhitaryan 31. Fonseca può chiedere ai suoi tre tenori gol e assist: devono essere la punta di diamante della fase offensiva.
Per ottenere da loro il massimo, però, non può chiedere anche di spolmonarsi nella fase difensiva. L’impegno non è mai mancato, ma le caratteristiche sono chiare e il turnover nelle gare più importanti non riguarda mai loro. Contro avversarie meno forti, il gioco vale la candela. Contro le migliori si corre il rischio di avere la squadra spezzata in due. Non è un caso che in tre big match - quelli contro Juventus (2-2), Milan (3-3) e Napoli (0-4) - la Roma abbia subito addirittura 9 gol, alla terrificante media di 3 a partita.
La prossima, domenica alle 15 contro il Sassuolo, sarà importante per la classifica e interessante tatticamente. Il Sassuolo è la prima delle piccole o l’ultima delle grandi? E De Zerbi gioca quel 4-3-3 che Gattuso ha rispolverato con successo domenica sera. A Fonseca il compito di preparare la gara al meglio.
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