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I tre gladiatori: Dzeko, Manolas e De Rossi. Tre modi di essere romanisti

Il bosniaco dopo la partita contro il Barcellona ha portato la figlia nello spogliatoio. Il greco a fine partita è scoppiato a piangere, il capitano giallorosso ha tirato il rigore fondamentale per la rimonta

Redazione

La vera impresa per Edin Dzeko non è stata segnare il sesto gol della sua Champions Leagueconquistare il rigore del 2-0 e rimandare a casa il Barcellona. Come riporta "Il Corriere della Sera", la «mission impossible» è stata far entrare una donna nella festa del dopo partita all’interno del recinto sacro dello spogliatoio. Una donna molto piccola. Sua figlia Una, due anni. Nel filmato che gira sui social, tra muscolosi tatuati e urla da assalto vichingo, Una troneggia in braccio al papà e guarda molto seria quel gruppo fracassone che si lancia addosso l’acqua, balla e canta. Se Edin è rimasto a Roma è anche per lei.

Anche Kostantinos «Kostas» Manolas ha due bambine con la scritta «Roma» sulla carta d’identità. In un sussulto di fiducia in se stesso, che non manca certo al difensore greco, ha chiamato la prima Kostantina. Martedì ha segnato il gol del 3-0, quello del miracolo,cancellando con gli interessi l’autogol che aveva causato una settimana prima al Camp Nou. Rivincita nella rivincita. Al fischio finale ha urlato come un pazzo, si è tolto la maglia come se fosse una camicia di forza, ha abbracciato i compagni e poi ha avuto il «down». Si è seduto a torso nudo nella panchina vuota e si è messo a piangere come una fontana.

Anche Daniele De Rossi aveva segnato un autogol a Barcellona e sui social ci avevano sguazzato parecchio. I laziali lo avevano chiamato De Messi. Quando c’era da battere il rigore del 2-0 si sono allontanati un po’ tutti. Dzeko ha preso il pallone, lo ha dato a Daniele e gli ha stampato un bacio sulla capoccia. Fai tu! E Daniele ha fatto.

(L. Valdiserri)