Bologna-Roma, come evidenzia Luca Valdiserri su Il Corriere della Sera, avrebbe tanti motivi calcistici: i presidenti paisà (Saputo contro Pallotta), i d.s. esterofili (Corvino contro Sabatini), i grandi ex (Destro, ma anche il d.g. rossoblu Fenucci), il tecnico che fin qui ha sempre vinto contro quello che deve vincere il campionato (Donadoni, 2 su 2 da quando ha preso il posto di Delio Rossi, contro Garcia).
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I sogni della Roma si scontrano con l’incubo Donadoni
Bologna-Roma è la prima partita di serie A del dopo-Parigi, con lo strascico di paure e di misure di sicurezza
Però Bologna-Roma è anche la prima partita di serie A del dopo-Parigi, con lo strascico di paure e di misure di sicurezza «I primi pensieri — dice Garcia — vanno alle famiglie dei feriti e delle vittime, hanno attaccato le nostre fonti di piacere. Dobbiamo rimanere uniti e continuare a vivere per non darla vinta a questi che non so neanche come chiamarli, non sono persone».
Nel Bologna c’è il francese Mounier, ma sono francofoni anche Taider (Algeria) e Diawara (Guinea). Nella Roma c’è Seydou Keita, che è di Bamako, la capitale del Mali dell’assalto di ieri all’hotel Radisson. Non sarà facile pensare soltanto al pallone.
Il Bologna ci proverà con l’entusiasmo di 6 punti nelle ultime due gare (3-0 all’Atalanta e 2-0 a Verona) e con la voglia di Mattia Destro di farsi rimpiangere da chi lo ha bocciato dopo 24 gol in 57 presenze in maglia giallorossa.
La Roma ha dalla sua una caratura nettamente superiore, ma anche tanti assenti: De Rossi (preservato per Barcellona), Salah, Gervinho e i lungodegenti Totti e Strootman. Potrebbe essere l’occasione di Iturbe (3 gol in 35 presenze in giallorosso), a meno che Garcia non sposti in avanti Florenzi, mettendo Maicon terzino.
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