Il caso di Roma-Liverpool, semifinale di Champions League è emblematico. Alle 10 di mattina sono stati messi in vendita i biglietti, alle 13.36 il sito della Roma ha annunciato il sold out . Pochi minuti dopo su alcuni siti come Viagogo erano disponibili gli stessi biglietti, ma a cifre incredibilmente maggiorate (fino a tremila euro). Prima domanda: è legale tutto ciò? Risposta: sì. In Italia, unico paese in cui i biglietti sono nominativi - riporta l'edizione odierna de "Il Corriere della Sera" - si può acquistare un tagliando per un evento e poi rivenderlo su una piattaforma dedicata a un prezzo maggiorato. La seconda domanda è: come è possibile che questi siti abbiano una disponibilità di biglietti così ampia? Gli unici che rimangono al di sopra di ogni sospetto sono gli organizzatori degli eventi: in questo caso la Roma. Chi pratica il "secondary ticketing", infatti, agisce su più fronti: 1) acquistano sui siti di aste online e cercano di intercettare i singoli individui che, con il biglietto in mano, decidono di rivenderlo per realizzare una "plusvalenza", tanto per usare un termine calcistico; 2) comprano online attraverso dei software che gli permettono di anticipare gli utenti singoli, immettendo nel sistema dei dati fittizi che non possono essere controllati; 3) agiscono direttamente con dei rivenditori conniventi, che non possono essere controllati da chi organizza un evento.
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I biglietti della Roma diventati assegni circolari
Il fenomeno del "secondary ticketing" è sempre più diffuso ed è, in Italia, legale
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