Se c’è un momento per stringersi un po’, allora è questo. Ma non per mettersi reciprocamente paura. Non per evocare scenari apocalittici e già scritti. L’arbitraggio di Roma-Cagliari è stato pessimo, a tratti inconcepibile, al di là degli episodi clou del rigore e del gol annullato. Lasciarsi andare al complotto, però, è autolesionistico e indimostrabile. Come sottolinea Paola Di Caro su 'Il Corriere della Sera', convincersi che non sia il campo a decidere le sorti del campionato rischia di demotivare la squadra e togliere entusiasmo ai tifosi. Se la giusta arrabbiatura si trasforma in isteria viene da pensare che la pressione c'è e non è quella dei nemici esterni e delle radio o dei giornali. Ma quella della consapevolezza che non centrare il quarto posto sarebbe una tragedia economica. Per evitare che sia l'angoscia a prevalere sull'allegria di giocare a pallone, bisogna stringersi intorno alla Roma. Con sorriso, ottimismo, vicinanza al mister e a chi si fa male e mettono l'anima.
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Giusto arrabbiarsi, no al complotto
L'arbitraggio di Roma-Cagliari è pessimo, ma convincersi che non sia il campo a decidere il campionato è autolesionistico e rischia di demotivare la squadra
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