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A chi non è mai capitato, in un fumetto, di leggere l'esclamazione "gasp". Vale stupore, uno stupore non sempre positivo, quasi una paura, un affanno, un sobbalzo. E invece l'abc va riscritto, Gasp a Roma in questi giorni è un altro stupore, un altro sapore. Un'esclamazione di pura soddisfazione, e il derby vinto tre giorni fa c'entra fino a un certo punto. Oggi la Roma debutta in Europa League a Nizza: la promenade des anglais, mezza città che ancora fa il bagno, un po' di sano turnover in agenda e il rischio dell'euforia post derby. È la partita numero 5 del tecnico sulla sua nuova panchina. Gasp - scrive Davide Stoppini su Il Corriere della Sera - lì oggi è un trasformista, che sta plasmando la Roma in base a quel che la Roma gli ha messo a disposizione. Con l'Inter non arretrò mai di un centimetro, né con la società, né con lo spogliatoio, con i tifosi per la verità neppure ebbe il tempo di provare a capire e a capirsi. Il Gasp di oggi ha cambiato il suo menu. E non solo, poi l'ha pure dichiarato. Gasp s'è messo in gioco. Il mercato non gli ha dato gli attaccanti che voleva, almeno altri due, un centravanti e un simil Lookman. Si sarebbe potuto arroccare sulle sue posizioni, tutto sommato comodamente. E invece ha cambiato modulo, ha recuperato (Pellegrini) e recupererà giocatori (Dovbyk il prossimo), ha promosso persino Gollini (con cui litigò a Bergamo) a vice Svilar. Cambiare si può. Senza snaturarsi, senza tradire i principi che lui stesso ricorda: "Perché la verità è che una volta fatto il vantaggio arretriamo troppo. Questa squadra sta cercando di costruirsi attraverso un modo di giocare diverso".
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