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Alla fine la questione Roma si riduce tutta a una domanda: da dove si riparte. Dalla squadra che nel girone d'andata dello scorso campionato aveva numeri, facce e umori da zona retrocessione, o da quella che grazie al salvagente Ranieri nel ritorno ha viaggiato a 2.42 punti di media, ovvero un'andatura da Scudetto che l'ha portata a pochi minuti dal quarto posto? Nel mezzo. E nel nome e cognome di Gian Piero Gasperini, a cui i Friedkin hanno affidato un traguardo che viene fallito da sette stagioni consecutive ovvero la qualificazione in Champions. Ora viene il bello e il difficile: l'ordine lo stabilirà anche la partita di stasera, il debutto all'Olimpico con il Bologna. Lo scrive Davide Stoppini su Il Corriere della Sera. Lo stabilirà anche il mercato, vero cruccio di Gasperini: sei giocatori nuovi, ma non bastano. "Mi sarei aspettato un mercato più veloce e una squadra più completa": Gasp freme, perché vede lacune soprattutto nella fase offensiva. Poi: "Sono per i giocatori forti, sempre. Quelli che sono arrivati sono tutti giovani su cui la Roma ha pensato di ricostruire il futuro. E rientrano nelle richieste della società, la necessità di ringiovanire, di avere giocatori non del tutto affermati, con contratti sostenibili, che possano generare plusvalenze". Come a dire: sono qui per far crescere la Roma, non solo sul piano sportivo. Difficile riportare la Roma ai piani alti, Gasp lo sa bene. Ma le sfide lo hanno sempre affascinato.
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