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Se c'è una partita che Gian Piero Gasperini vorrebbe vincere, è quella di sabato. E non (solo) per la classifica. E non (solo) per dimostrare a tutti che il primo posto in campionato e tuttaltro che casuale. Ma perché - scrive Davide Stoppini su Il Corriere della Sera - c'è un avversario di fronte, l'Inter, che rappresenta la parentesi meno felice della sua carriera e che gli è valsa un'etichetta che ha faticato a staccarsi di dosso. E perché c'è una serie negativa aperta che fa spavento. Gasperini non batte l'Inter da 15 partite: 10 sconfitte (di cui le ultime 8 consecutive) e cinque pareggi, è il curriculum recente del tecnico, certamente poco nobile. E assai fastidioso, perché la sua Atalanta si è tolta soddisfazioni con chiunque e a tutti i livelli. Con l'Inter no. Questo incrocio arriva dunque a pennello per provare a scrivere un'altra storia. Perché nel frattempo sono cambiate almeno un paio di situazioni anche rispetto alla pausa post sconfitta con Toro: il recupero di Pellegrini e anche il rilancio in pianta stabile di Dovbyk, che allora era ancora un giocatore ai margini, uno di quelli che "non era nei miei piani farlo entrare in campo", parole dello stesso Gasp. Che stavolta è orientato verso un altro tridente, con Soulé e Pellegrini a supporto di Dovbyk e Dybala jolly da spendere a partita in corso.
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