Da quando è sulla panchina giallorossa, per la prima volta la Roma non è almeno seconda in classifica. A rendere ancora più amaro il momento, soprattutto per i tifosi, il fatto che il sorpasso sia arrivato ad opera della Lazio. Il paradosso è che il pareggio di ieri pomeriggio in trasferta contro il Torino, il dodicesimo in campionato, è arrivato al termine della prestazione più brillante degli ultimi mesi. Proprio per questo Rudi Garcia non sembra preoccupato, e rilancia la sfida alla Lazio. «Non è importante essere secondi oggi, ma a fine campionato. Col Torino ci è mancata solo la vittoria perché in campo si è vista solo una squadra, la nostra. Se giocheremo sempre così fino alla fine, ne vinceremo parecchie. A volte ci sono delle vittorie inquietanti e dei pareggi che ti danno molta tranquillità, quello di Torino ci fa stare sereni. Conta solo vincere la prossima partita con l’Atalanta».
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Garcia: «Pari che ci dà serenità. Non conta essere secondi oggi»
E' una novità per il tecnico francese essere terzo in classifica. Da quando allena la Roma non era mai sceso al di sotto del secondo posto
La Roma ha creato tanto ma è riuscita a finalizzare poco. «Sono contento della squadra e dell’atteggiamento: 24 tiri in porta, in trasferta, è un dato importante. Possiamo migliorare sulla finalizzazione e sull’ultimo passaggio, un po’ di sfortuna c’è stata, ma io sono contento. Peccato aver subito gol sull’unico tiro in porta. Problema attacco? Si può fare meglio ma finché abbiamo occasioni come contro il Torino, il fatto che gli attaccanti non segnino non è un problema: segneranno».
Totti è rimasto 90 minuti in panchina, in campo Ibarbo dall’inizio e poi Doumbia. «Ibarbo può giocare in tutti i ruoli in attacco, ha le possibilità per farlo. È bravo con i piedi e di testa, era la sua prima uscita da titolare ed è andato bene. Doumbia sta meglio, lo sta dimostrando non solo in allenamento ma anche in partita. Florenzi? È un giocatore offensivo di fascia destra, lui può fare tutti i ruoli e lo fa bene. Era previsto che il rigore lo tirasse lui».
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