rassegna stampa roma

La formazione gira intorno al jolly Florenzi

I dubbi di Garcia, alla vigilia della gara contro l’Atalanta, non riguardano solo il centrocampo - oltre allo squalificato De Rossi e alle assenze sicure di Strootman e Keita, in forse c’è anche Pjanic

Redazione

Senza lo squalificato Manolas, ma con Torosidis in più e Florenzi che può essere utilizzato come jolly e far saltare tutte le previsioni. I dubbi di Garcia, alla vigilia della gara contro l’Atalanta, non riguardano solo il centrocampo - oltre allo squalificato De Rossi e alle assenze sicure di Strootman e Keita, in forse c’è anche Pjanic, che pure ieri ha lavorato solo in palestra - ma anche il reparto difensivo, in cui l’unica certezza, per cause di forza maggiore, è rappresentata dalla coppia centrale. Castan, che ieri ha voluto fare gli auguri di compleanno al suo ex compagno Benatia, migliora ma è sempre indisponibile, mentre Manolas è squalificato: rimangono Astori e Yanga-Mbiwa, che la scorsa estate dovevano essere il terzo e il quarto nella gerarchia di Garcia.

Gli infortuni hanno cambiato le cose e i rapporti di forza: Mapou ha giocato più del previsto e la Roma è stata costretta a riscattarlo dal Newcastle (per oltre 7 milioni di euro) alla sua ventesima presenza. Astori, arrivato in prestito senza l’obbligo di riscatto, rischia a fine stagione di dover tornare al Cagliari. Non si tratta di una coppia centrale inedita: Mapou e l’ex cagliaritano hanno giocato insieme per sette volte e in tre occasioni (all’andata contro il Chievo e la Sampdoria; a Marassi contro il Genoa) la Roma ha mantenuto la porta inviolata.

Sugli esterni il dubbio riguarda principalmente l’utilizzo di Cholevas, che sta vivendo il suo periodo peggiore da quando è arrivato nella Capitale. L’alternativa più plausibile non è tanto Cole, non pervenuto da tempo e con le valigie pronte a fine stagione in direzione degli Stati Uniti, quanto Torosidis, il cui spostamento a sinistra comporterebbe l’arretramento di Florenzi come terzino destro. Una soluzione, questa, che Garcia deve valutare anche alla luce del ritrovato equilibrio che l’azzurro ha dato alla squadra da quando è tornato a giocare nel tridente offensivo.