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Fognini: “Quelli del calcio sono matti a voler riprendere. In futuro farò scouting, come Totti”

Il tennista: "Io mi sono fatto un’idea: nel 2020 a tennis non si gioca più"

Redazione

Un anno fa, Fabio Fognini era l’uomo più felice della terra (battuta). Arrivato in riviera carico di dubbi, alla fine di una rincorsa pazzesca — nell’ordine Rublev, Simon, Zverev, Coric, Nadal, Lajovic —, primo italiano re di un Master 1000, a 51 stagioni di distanza da Nicola Pietrangeli, alzava la coppa di Montecarlo. Oggi in giardino, con lo stendino dei panni come rete, Fabio sfida la moglie Flavia Pennetta (video cult sui social), culla la piccola Farah, fa correre Federico e riflette, sul presente e sul futuro. Il tennista è stato intervistato dal Corriere della Sera; ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni;

Ha capito quando si potrà riprendere a giocare?

"Mah, in questo momento faccio fatica a immaginare la ripresa. Sono sincero: mi dispiace perché sono tornei grandi e danno tanti punti, ma non so se in Asia tornerò più. Già all’Olimpiade di Tokyo quest’anno non sarei andato. La mia paura più grande non è prendere il virus, ma trasmetterlo. Non sono più solo. Sono papà e marito".

Ha parlato con i colleghi? Che idea vi siete fatti sul futuro del tennis?

"Ho sentito Djokovic, Dimitrov, Lopez e Federer, che è in Svizzera bello tranquillo. Io ho una mia idea: nel 2020 non si gioca più. Come fa un direttore di torneo a prendersi la responsabilità della salute di giocatori, staff, media, spettatori? Ne parlavo ieri in chat con Perin, Criscito e Viviano, i miei amici calciatori. Va bene il discorso economico, ma io finché non sono sicuro al 110% non mi muovo. Perderò punti e soldi? Pazienza".

Il calcio però vuole ricominciare a tutti i costi.

"Per me sono matti. Sono morte migliaia di persone e pensano al pallone... Scherzano con la salute delle persone, inseguono solo il business. Che senso ha riaprire senza spettatori? Che senso ha San Siro vuoto? Non esiste, dai".

Dopo la pandemia, dopo il ritiro, ha pensato a cosa le piacerebbe fare da grande

"Se ne discuteva in questi giorni con Flavia: questo periodo ti costringe a riflettere. Ad allenare non ci penso proprio. Una scuola non mi interessa. Mi vedo più titolare di una società di scouting, come Francesco Totti nel calcio. L’occhio per il talento tennistico ce l’ho. È un’idea che mi intriga".