rassegna stampa roma

Enrique e Montella mezz'ora nel futuro

(Corriere della Sera – L.Valdiserri) – Livin’ la vida loca. Catania e Roma, Vincenzo Montella e Luis Enrique Martinez Garcia, dimostrano con i fatti che anche in 30′ si può fare buon calcio, seminare emozioni, dare un...

Redazione

(Corriere della Sera - L.Valdiserri) - Livin' la vida loca. Catania e Roma, Vincenzo Montella e Luis Enrique Martinez Garcia, dimostrano con i fatti che anche in 30' si può fare buon calcio, seminare emozioni, dare un significato all'euro che i tifosi hanno pagato per vedere lo spezzone di recupero della gara che fu sospesa il 14 gennaio.

Non ci riescono con i gol perché Stekelenburg da una parte e Kosicky dall'altra compiono un miracolo ciascuno su tiri di Llama e Borini. Ma l'intensità messa in campo è totale da parte di tutte e due le squadre, che davvero giocano per vincere e non per pareggiare, per colpire le debolezze dell'avversario e non per nascondere le proprie. Con altri allenatori avremmo probabilmente visto sette difensori in campo per squadra e un bel po' di retropassaggi al portiere. Ma qualcosa sta cambiando e la serie A ne può soltanto guadagnare. In 30 minuti abbiamo visto più occasioni da gol che in partite intere. Luis Enrique batte ogni record, trasformando Arsène Wenger nel direttore di un gerontocomio. Non può schierare Totti e De Rossi, che erano stati sostituiti nella gara del 14 gennaio, e ha Osvaldo infortunato.

SORPRESA -Tutti si aspettano il baby tridente Lamela-Borini-Bojan e l'asturiano lo ringiovanisce ancora: fuori Bojan e dentro Piscitella, che aveva esordito in serie A domenica scorsa nel finale della gara contro l'Inter. Le carte d'identità dicono: Borini 20 anni, Lamela 19 e Piscitella 18. Il totale fa 57. Il fatto che Jovanotti (concerto ad Acireale) sia passato dall'hotel dei giallorossi nel primo pomeriggio rende scontata la battuta. Essere giovani, di per sé non è un merito. Ma far giocare i giovani che lo meritano, senza farli ammuffire in Primavera, serie B o in tribuna, lo è sicuramente. Per fare una bella partita, però, bisogna essere in due e Vincenzo Montella fa la sua parte, alla grande. Non ha un esterno sinistro di difesa che sia uno e allora schiera tre centrali (Bellusci, Legrottaglie, Spolli), mettendo Gomez e Llama esterni di centrocampo. (...)