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Il Corriere della Sera

È ora di chiudere una storia triste

È ora di chiudere una storia triste - immagine 1
L'odierno arrivo a Roma di Dan Eriedkin può avere un solo significato: resettare tutto e tutti
Redazione

Riassunto delle puntate precedenti, in attesa dell'evolversi della delicatissima giornata odierna e della gara di domani contro il Bologna: 11 partite di campionato alle spalle con 3 vittorie (zero lontano dall'Olimpico), 4 pareggi e fatalmente 4 sconfitte equamente divise tra casa e trasferta. Tredici i punti collezionati grazie alle 12 reti all'attivo e nonostante i 14 gol al passivo, scrive Mimmo Ferretti su Il Corriere della Sera. Media punti? 1,18 a gara. Poco, troppo poco. Juric è stato in panchina 7 volte su 11, vincendo e perdendo 3 gare (totale: 10 punti sui 21 a disposizione) e stabilizzando la Roma in una posizione di classifica molto più vicina alla zona retrocessione che a quella Champions. L'esatto contrario di quanto auspicato dai Friedkin al momento della cacciata di Mister DDR e dell'ingaggio del croato. Juric, carriera alla mano, non poteva garantire quanto chiestogli ma via via si è capito che - probabilmente - la proprietà era stata mal informata. Così Ivan è andato avanti dritto per la propria strada nonostante una «rosa» incompleta e palesemente non adatta al suo pensiero.

Quasi una vittima innocente, Ivan, ma con un enorme carico di colpe e di responsabilità sulle spalle. Un controsenso palese come il (non) gioco della Roma. Un paradosso che non potrà durare ancora a lungo. La verità, per forza di cose, non tarderà a fare capolino tra le pieghe di una storia più triste che brutta. E una storia brutta deve chiudersi nel più breve tempo possibile. Costi quel che costi, anche l'ennesimo cambio in panchina. Ecco perché l'odierno arrivo a Roma di Dan Eriedkin può avere un solo significato: resettare tutto e tutti. Complicato ipotizzare che il proprietario del club non abbia già individuato l'uomo da sistemare al posto di Juric, con i rumors che - al netto delle immancabili sorprese - indicano in pole il nome di Roberto Mancini. Per aggiustare realmente le cose, però, Friedkin dovrà piazzare accanto al nuovo tecnico un dirigente che sappia supportare e sopportare l'allenatore. In caso contrario, sarebbe una rivoluzione a metà.