C‘è ancora tempo fino alle 20 di lunedì e la prima legge del calciomercato è sempre stata e sempre sarà "mai dire mai", scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera. La trattativa tra Roma e Inter per lo scambio tra Edin Dzeko e Alexis Sanchez, però, ha subito un duro stop. I club non hanno trovato l’accordo per "pareggiare" il conto degli stipendi dei due calciatori, simili ma diversi: quello del cileno beneficia del Decreto crescita, quello del bosniaco no.
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Dzeko, le 7 vite giallorosse. Ma la guerra con Fonseca finirà con due sconfitti
Friedkin irritati: la rinascita a fine stagione sarà affidata a Allegri
A meno di clamorosi colpi di scena, insomma, Dzeko e Fonseca saranno costretti a convivere fino a giugno. Per il bosniaco sarebbe l’ennesimo trasferimento saltato dopo quelli al Chelsea, all’Inter (puntata numero uno) e alla Juventus. I Friedkin, però, a giugno faranno la rivoluzione che fin qui hanno rimandato perché avevano preso una squadra in corsa. I prossimi centri di gravità permanente saranno uomini slegati alla proprietà Pallotta che li ha lasciati in eredità.
Per la panchina c’è un nome solo: Massimiliano Allegri, con un contratto triennale da 4,5 milioni netti più bonus e un piano di rafforzamento concordato. A Fonseca potrebbe non bastare nemmeno la qualificazione in Champions e la clausola nel contratto: se Allegri accetta la panchina della Roma l’avrà, anche a costo di pagare una buonuscita al portoghese. Non sarà, però, la vittoria di Dzeko perché il tempo del bosniaco a Roma è comunque finito. Avrà spazio fino a giugno per trovare una squadra. Nel frattempo, i "pontieri" giallorossi proveranno a far convivere Fonseca e Dzeko
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