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Il Corriere della Sera

Dybala tra soldi, ripicche e spinte. Una separazione da ex imperatore

Dybala tra soldi, ripicche e spinte. Una separazione da ex imperatore - immagine 1
Destinato all'Arabia, altro addio dopo Giroud, Immobile e quello futuro di Osimhen
Redazione

Più di 250 gol - per l'esattezza 253 - hanno già lasciato la serie A e quasi 190 - per l'esattezza 188 - sono con la valigia in mano, scrive Luca Valdiserri su Il Corriere della Sera. Un totale di 441 reti che sono quelle segnate nel nostro campionato da Olivier Giroud (39 con il Milan), Ciro Immobile (169 con la Lazio, 27 con il Torino e 5 con il Genoa), Joshua Zirkzee (13 con il Bologna). Paulo Dybala (25 con la Roma, 82 con la Juventus e 16 con il Palermo) e Victor Osimhen (65 con il Napoli). Scorporando i gol solo della scorsa stagione si ottiene questo risultato: 15 di Giroud e Osimhen, 13 di Dybala, 11 di Zirkzee e 7 di Immobile. Storie di calcio, storie diverse. Giroud (Los Angeles), immobile (Besiktas) e Zirkzee (Manchester United) hanno già salutato. Osimhen freme per andare al Chelsea — e liberare Lukaku per il Napoli - mentre Dybala viene spinto dalla Roma verso i milioni sauditi dell'Al-Qadsiah. Quella della Joya è la storia più calda di un'estate caldissima. Ha chiesto ai sauditi un ingaggio superiore ai 30 milioni all'anno, sapendo che erano disposti a darne 60 a Lautaro Martinez. La dirigenza dell'Al Qadsiah è disposta ad arrivare a 20 l'anno per tre stagioni, bonus compresi. La Roma, per il cartellino, chiede i 12 milioni che erano previsti dalla clausola rescissoria, che però è scaduta. L'Al Qadsiah, così, offre una cifra tra i 7 e i 9 milioni di euro. Plusvalenza secca, perché la Joya arrivò dalla Juve a parametro zero.

Sono passati due anni, sembrano due secoli. Dybala era stato accolto come un imperatore al Colosseo Quadrato e ha formato con Lukaku una coppia che aveva fatto segnare i tifosi giallorossi. Il suo ingaggio, però, non rientra più nella politica societaria. Lui vorrebbe restare a Roma, però ha capito che l'aria è cambiata e che non si resta a dispetto dei santi. Non vuole essere lui, però, a dire "me ne vado". Vuole che sia la Roma a cederlo.