La partita è maledettamente difficile. C’è da ricostruire la Federcalcio, trovare una guida sicura alla Nazionale, restituire una governance alla litigiosa Lega di serie A e rimettere al tavolo le componenti dopo il lunedì nero di Fiumicino, scrive il Corriere della Sera.
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Due commissari oppure Malagò
Per la poltrona di comando della Figc c'è la coppia Fabbricini-Costacurta o il numero uno del Coni
La scelta del commissario è il primo nodo e la coppia Fabbricini-Costacurta, pensata due mesi fa quando il ricorso all’emergenza non aveva basi giuridiche, rimane la più gettonata. In alternativa, c’è un impegno in prima persona da parte dello stesso Malagò: "Storicamente è il presidente o il segretario generale del Coni che si deve assumere la responsabilità di fare il commissario". Sembrano dunque quasi svanire le altre soluzioni, delle quali si è parlato molto da lunedì sera in poi, alcune fantasiose, altre più solide, da Montezemolo sino ad Abodi. Di sicuro i commissari saranno due: uno per la Federcalcio e uno per la Lega (favorito Nicoletti) che però non può nominare direttamente Malagò.
Costacurta si occuperà del club Italia, in corsa ci sono Albertini e Tardelli. Si parla anche di Buffon. Michele Uva resterà d.g. perché i conti dovranno continuare a essere in ordine. Tante le urgenze a cominciare dalla scelta del traghettatore per la Nazionale che il 23 marzo all’Etihad di Manchester tornerà in campo con l’Argentina: sarà Di Biagio. Quindi bisognerà ragionare sul c.t. vero e proprio: Mancini parte davanti a Ancelotti, ma non va trascurato Ranieri. E poi c’è la partita delle riforme. Le leghe sono infuriate con Tommasi, colpevole di aver trascinato il calcio verso il commissariamento anche se alcuni presidenti di A già ieri hanno telefonato a Malagò per manifestare la propria soddisfazione e complimentarsi con lui (uno di loro, del Centro-Sud, si è addirittura offerto per il ruolo di commissario)..
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