Daniele De Rossi ha il dono dell’analisi. Diventerà un allenatore, come tanti grandi centrocampisti, e sa per primo di aver sbagliato martedì sera. Il suo era un fallo molto pericoloso e il «rosso» è stata la decisione giusta, anche se ogni calciatore spera sempre che l’arbitro possa chiudere un occhio e limitarsi al «giallo».
rassegna stampa roma
De Rossi sul filo del rasoio. Arrivata l’ora di cambiare
Per la prima volta il centrocampista giallorosso sta riflettendo davvero se sia il caso, a giugno, di lasciare la Roma per chiudere la carriera di calciatore negli Stati Uniti
È arrivato alla quattordicesima espulsione in carriera (12 con la Roma e 2 in Nazionale) e questo non lo mette in una situazione semplice. Per la prima volta Daniele De Rossi sta riflettendo davvero se sia il caso, a giugno, di lasciare la Roma per chiudere la carriera di calciatore negli Stati Uniti. Dovesse cedere alla tentazione succederebbe qualcosa di clamoroso: il suo addio, unito a quello di Francesco Totti, un altro contratto che scadrà a giugno, segnerà la «deromanizzazione» della squadra. Via il Capitano e via Capitan Futuro, il soprannome che Daniele ha sempre più subito che gradito.
Luciano Spalletti, ieri pomeriggio, ha parlato alla squadra dopo lo 0-3 contro il Porto, l’eliminazione dal preliminare di Champions e la perdita di 30 milioni di euro, perché è vero che la Uefa ha introdotto un «paracadute» per chi precipita in Europa League ma lo è anche che un ottavo di Champions League può valere un incasso da 3 milioni e mezzo, che il grande palcoscenico serve a un club che è sempre alla caccia di uno sponsor da mettere sulla maglia e che un calciatore di valore può restare un anno senza Champions ma non due.
(L. Valdiserri)
© RIPRODUZIONE RISERVATA