(Corriere della Sera - M.Sconcerti) Da oggi Silvio Piola ha segnato 6 gol in più. Il suo totale in serie A passa da 274 a 280, rafforzando il suo primato. Perché altri 6 gol? Perché l’Ufficio studi della Federcalcio,su nostra segnalazione di un mese fa, ha deciso di riaprire i quaderni della stagione 1945- 46, la prima dopo la guerra.
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Così Piola ha segnato altri 6 gol
(Corriere della Sera – M.Sconcerti) Da oggi Silvio Piola ha segnato 6 gol in più. Il suo totale in serie A passa da 274 a 280, rafforzando il suo primato. Perché altri 6 gol? Perché l’Ufficio studi della Federcalcio,su nostra...
In quel periodo Piola aveva 32 anni e giocava la sua unica stagione nella Juventus. Da tempo la serie A era a girone unico, ma quell’anno l’Italia era ancora un Paese pieno di macerie, i collegamenti tra le città erano complessi e lenti, si decise così di dividere il campionato in due gironi, nord e sud. Le migliori 4 di ogni girone si sarebbero poi affrontate in un torneo finale. Piola segnò 10 reti nel primo torneo, 6 nel secondo, quello finale. Quei 16 gol portarono la Juventus al secondo posto dietro il Torino.
La nostra domanda alla Federazione era molto semplice: se quel campionato è stato giudicato regolamentare, se lo scudetto al Torino è stato dato e conteggiato, perché non contare i gol di Piola? Dopo ricerche, piccole riunioni e un po’ di buon senso, è arrivata la risposta. Sono stati cancellati a Piola i 10 gol segnati nelle partite della prima fase. Gli sono stati riconosciuti, quindi aggiunti, i 6 gol segnati nel torneo finale a 8 squadre, interpretato come fase nazionale. Una soluzione che sembra equa.
Da oggi dunque, quando parleremo dei gol di Piola, e se ne parla praticamente ogni domenica vista la vicinanza di Totti, dovremo ricordare che i suoi gol sono 280. Una curiosità. Pochi mesi prima di quel campionato, nel gennaio del ’45, Piola fu dichiarato morto a Milano sotto un bombardamento. Per 4 mesi si svolsero in tutta Italia messe in suffragio, per poi scoprire che era semplicemente tornato in Piemonte e non amava parlare di sé. Pochi giorni dopo la sua «resurrezione» firmò con la Juventus.
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