Il coraggio paga, la troppa prudenza no. Il Milan l’ha giocata seguendo, come scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera, linee semplici ma chiare: 1) attaccare la parte di campo difesa da Karsdorp, che rientrava dopo dieci mesi di assenza, e da Fazio, tornato arrugginito dal Mondiale di Russia; 2) tirare il più possibile da fuori area per mettere pressione a Olsen; 3) cercare gli inserimenti dei centrocampisti anche a costo di chiedere a Higuain un lavoro di «sponda» che non è il suo divertimento preferito. Quando la tattica non bastava più a evitare il pareggio, che sembrava scritto, è entrato in campo il cuore di Gennaro Gattuso, sotto forma di Cutrone.
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La Roma ha regalato ancora una volta un tempo all’avversario e sembra sempre più in confusione
La Roma, che alla fine di questa giornata potrebbe trovarsi già a meno 5 da Juventus e Napoli, ha regalato ancora una volta un tempo all’avversario e sembra sempre più in confusione.
Ancora una volta Di Francesco è costretto a cambiare copione nel secondo tempo. Passa al 4-2-3-1, che lo aveva già salvato contro l’Atalanta, e la Roma sale di tono. Non incanta, ma sta almeno dentro la partita e pareggia con una rasoiata di Fazio, fin lì il peggiore in campo, su azione da calcio d’angolo. La stanchezza si fa sentire, le squadre si allungano, le occasioni nascono più da errori che da giocate e l’arbitro Guida ricorre due volte alla Var per annullare prima un gol di Higuain (fuorigioco) e poi quello di Nzonzi (braccio).
La sosta sarà dolce per il Milan e piena di polemiche per la Roma. Qualcuno dirà a Olsen che si può anche avanzare dalla linea di porta e a Di Francesco che si può giocare con il 4-2-3-1 anche dal primo minuto e non solo quando sei sotto nel punteggio?
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