rassegna stampa roma

Chi non può fare (Pallotta) e chi invece capisce (Lotito)

Da anni la Roma consuma più di quello che produce, si comporta come una grande squadra europea ma ancora non lo è diventata. Sembra una squadra implosa, rassegnata, e non può che vendere altrimenti non può comprare

Redazione

La Roma ha una situazione semplicemente aritmetica, scrive Mario Sconcerti su "Il Corriere della Sera". Consuma da anni più di quello che produce. Questo apre continui vuoti di bilancio. Si comporta come una grande squadra europea ma ancora non lo è diventata. Il progetto, iniziato con la decadenza di Milano, sembra finito e lascia tutti esausti. Chi corre e non vince si stanca. La Roma sembra una squadra implosa, rassegnata, e non può che vendere altrimenti non può comprare. Non è un capriccio, è il patto firmato con l'Europa. Pallotta sa benissimo che per guadagnare bisogna investire, è il suo mestiere. Il più seccato e infastidito è lui perché perde soldi e non può nemmeno metterne adesso. Può solo vendere.

In un'impalcatura fragile, basta una sola tempesta a tirar giù il tetto. La Roma non ha sostituito Salah e Paredes, ha scelto Defrel e sta perdendo anche De Rossi. Di Francesco è uno che insegna quello che ama, non sempre quello che serve. La squadra non rispetta molto le caratteristiche dei suoi giocatori. Ha movimenti a volte quasi eccezionali, altri confusi e sperduti. La sintesi è una squadra senza un'anima comune. È sbagliata la gestione di Schick, trattato come un ragazzo qualunque della Primavera. È quasi irrispettoso l'uso da ala destra, così come è sbagliato l'uso universale di Dzeko, allontanato dalla porta. Ci si aspetta di più anche da Monchi, ma adesso i problemi sono di gestione e squadra. La Roma è come un maratoneta che non finisce mai l'ultimo chilometro. Ma c'è una colpa anche nella città: è rimasta a un calcio dei mecenati, e da anni non si può più fare. Oggi nessun presidente può pagare da solo una campagna acquisti. In tre anni andrebbe sotto di centinaia di milioni. Né può prendersela con un imprenditore che non accetta di indebitarsi troppo. Oggi contano pazienza e competenza, anche da parte della gente. Chi ha capito il calcio attuale è Lotito. Ci ha messo del tempo, ma ora con il calcio ci guadagna e ottiene risultati. Ha la sua modernità grezza, ha nemici dovunque ma anche alleati forti che sanno sopportarlo perché conviene. E ha Tare, il miglior esploratore di talenti in Europa. Il tutto in mano a Inzaghi, un tecnico che non inventa ma ha modi suoi di interpretare il calcio.