Tra le accuse mosse a Fonseca nella gestione delle partite, c’è quella di aspettare troppo prima di fare i cambi e non incidere sull’andamento della gara. scrive Gianluca Piacentini sul Corriere della Sera. Che si tratti di eccesso di fiducia nei confronti dei titolari o, al contrario, di poca fiducia per i sostituti, è una critica che il tecnico rispedisce al mittente. Alla vigilia della gara contro il Cagliari di Di Francesco, a precisa domanda Fonseca ha risposto secco: "Non è vero che faccio sempre i cambi dopo 70 o 75 minuti. Faccio le sostituzioni nel momento in cui penso sia giusto, in funzione di ciò che penso sia meglio per la partita".
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Cambi tardivi: i numeri lo confermano
Le sostituzioni spesso non vanno a incidere sull’andamento della gara
In realtà, analizzando le tredici partite di campionato disputate finora, compresa la prima a Verona decisa poi dal Giudice sportivo, si può notare come l’obiezione mossa a Fonseca abbia più di un fondamento. Se si escludono i cambi obbligati per infortunio, il portoghese ha sempre aspettato parecchio prima di effettuare la prima sostituzione: a Verona, Santon è entrato al minuto 72, con la Juventus al 68’ è entrato Bruno Peres; a Udine il brasiliano e Villar sono subentrati al 73’. Contro il Milan di nuovo Bruno Peres (66’), con la Fiorentina è toccato sempre al brasiliano insieme a Carles Perez (72’); contro il Genoa è entrato Cristante al 61’. Gli ingressi di Kumbulla e Karsdorp nell’intervallo di Roma- Torino sono stati i più rapidi della stagione, ma restano un’eccezione. A Bergamo (Cristante al 73’) Fonseca è tornato alla sua normalità.
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