«Quella dello Stadio della Roma è una vicenda eclatante. Il terreno su cui costruire l’ha scelto il privato, mica l’amministrazione pubblica» dice Paolo Berdini, classe ‘48, docente di Urbanistica, futuro assessore della sindaca Virginia Raggi, intervistato dal Corriere della Sera.
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Berdini (M5S): «Stadio e Olimpiadi, cambiare i progetti»
Parla il futuro assessore all’Urbanistica: "NVa fatta una ricognizione. O vanno modificati dei parametri, visto che regaliamo un milione di metri cubi..."
Ma si faranno anche delle opere pubbliche...
«In un quadrante dove il centro abitato più vicino è al Torrino. Ce li vede i ragazzini che, a piedi, attraversando la via del Mare, vanno lì a giocare a calcio?».
Raggi dice: lo stadio va fatto nelle regole. Ma non c’è la legge sugli stadi, in base alla quale il Comune ha già dato l’ok all’interesse pubblico?
«C’è la continuità amministrativa, certo. Ma in quel progetto ci sono delle forzature: alcune opere verranno fatte con gli oneri di urbanizzazione, quindi sostanzialmente con risorse pubbliche».
Si può cambiare zona?
«Va fatta una ricognizione. O vanno modificati dei parametri, visto che regaliamo un milione di metri cubi... E se poi Lotito vuole fare uno stadio anche per la Lazio? Non sarebbe una violazione della concorrenza tra imprenditori? Credo che anche i costruttori vogliano regole certe».
Olimpiadi e villaggio olimpico a Tor Vergata. Sì o no?
«Guardi le cartine. Quell’area serve allo sviluppo dell’Università e del Policlinico. Roma, come diceva Italo Insolera, dovrebbe riscoprire la sua vocazione a Città degli studi. Fare le casette chiuderebbe questa possibilità».
Ma non servono alloggi per il campus?
«Tor Vergata ha 30 mila iscritti, la richiesta di posti per i fuori sede è intorno al 10%... E c’è una foresteria per un migliaio di posti... Ci sono 600 ettari: utilizzarli per delle case è il modo migliore per pensare al futuro dei nostri giovani?».
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