rassegna stampa roma

Accettare la sconfitta significa capire la diversità di uno stile

(Corriere della Sera – M.Sconcerti) Nel calcio le parole a caldo dopo sconfitte importanti non andrebbero mai ascoltate. La prima buona regola è non entrare in uno spogliatoio battuto.

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(Corriere della Sera - M.Sconcerti)Nel calcio le parole a caldo dopo sconfitte importanti non andrebbero mai ascoltate. La prima buona regola è non entrare in uno spogliatoio battuto. C’è grande stanchezza, quindi pochissimi freni inibitori. È allora che nascono le liti più dure e vengono fuori le analisi meno corrette, perché si ragiona solo di pancia, senza più uno grammo di zucchero in circolo. Ma quello che ha detto Conte dopo l’eliminazione con il Benfica va molto oltre, dimostra un’impreparazione alla sconfitta così profonda da diventare un limite.

Se non sai perdere, non sai fino in fondo nemmeno insegnare a vincere. Non è rimontare il Sassuolo che ti fa crescere, è discutere un’eliminazione di questo livello che porta la sintesi e il passo avanti. Se non vedi i limiti della tua squadra, se ti rifugi sull’arbitro, se discuti il valore dei minuti di recupero senza accorgerti che sono stati 8, quanto mai si vede su nessun campo, se hai dimenticato che gli avversari erano alla fine in nove e in dieci per tutta l’ultima mezzora, non dai nessun aiuto alla tua squadra. Cerchi solo un modo maldestro di aiutare te stesso. Significa non capire, o dimenticare di colpo, che cos’è la Juve davvero. Che allenarla porta ad accettare con classe momenti del genere, gli stessi che spesso gli avversari dicono di subire dalla Juve.

È troppo facile, troppo banale, pensare che quando si vince gli arbitri hanno arbitrato bene e quando si perde è colpa loro. Credo sia un’equazione a cui tutto il gruppo dirigente della Juve si senta estraneo. Il risultato e gli avversari vanno sempre rispettati, specie in una semifinale europea. Perché altrimenti saremo noi i prossimi a non essere rispettati e a meritarcelo. La Juve è la chiave del nostro movimento, un esempio dovuto e riuscito. Conte ha ridotto lo stile Juve dove poche altre volte era arrivato, nella stessa drammaturgia ostentata degli avversari peggiori.

Sono convinto che a mente fredda se ne accorgerà anche lui. E sono sicuro che qualcuno nella Juve glielo ha già fatto notare. Il buono di una sconfitta è capirla. La Juve è stata eliminata due volte dall’Europa, segno che c’è un limite. Conte studi quel limite e lo risolverà. Il calcio si spiega e si cura sempre con il calcio. E in fondo fra quattro mesi si ricomincia.