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Verona-Roma 1-1 LE PAGELLE Florenzi maltrattato. Gervinho è in sosta d’Avorio. Pjanic: vivere con lentezza

Abbandonato il discorso scudetto sarà bene guardarsi alle spalle per difendere il secondo posto.

Francesco Balzani

Ancora un pareggio, contro il Verona più sconfitto degli ultimi anni. Abbandonati i discorsi scudetti ci sono domande alle quali Garcia dovrà rispondere. Il gioco della Roma è più prevedibile di una puntata di Don Matteo. Il tecnico deve ringraziare i colpi di Totti e la voglia di Florenzi costretto a uscire dopo 40 minuti. Meglio la difesa, male ancora male Pjanic e Gervinho.

DE SANCTIS 6: Due deviazioni lo disorientano e lo rendono incolpevole sul gol, coi piedi continua a sembrare un portiere anni ’90. Il resto? Ringrazia Torosidis e prova a svegliare i compagni con i soliti urlacci.

FLORENZI 6,5: Terzino post-moderno, ancora una volta tra i migliori. Almeno finchè resta in campo. Sarà pure confuso sul ruolo, ma in campo sa sempre cosa fare costringendo gli avversari (soprattutto Halfreddson) a usare le maniere forti per arginare la sua voglia di riscatto. Prova a restare in campo dopo l’ennesimo pestone dell’islandese, non salta sul colpo di testa di Jankovic a 5 dalla fine del primo tempo si arrende invocando i santi del Paradiso. (40’pt Torosidis 6,5: meno brillante ma il triplo salvataggio sulla linea a inizio ripresa è da eroe greco e dietro usa un supplemento di sudore. Il mutuo soccorso per lui vale ancora, anche se non ha i piedi delicati)

MANOLAS 6: Con Toni è scontro tra giganti, e finalmente il greco è tornato a fare il Golia giocando d’anticipo e di fisico. Per fargli male allora ci prova Davide, alias Juanito Gomez. Il greco cade, per fortuna il veronese manda fuori. Certo il Kostas guerriero di inizio stagione è ancora molto lontano.

ASTORI 6: Danni non ne crea, anche se è protagonista suo malgrado nel gol di Jankovic. Rispetto a Mbiwa è meno ambizioso palla al piede, ma anche meno confuso nel mantenere la posizione. Normalità, in un momento in cui niente sembra lontano.

COLE 6: L’inglese ha scalato un paio di gradini, e ora Garcia sembra preferirlo a Cholevas. Per arrivare in cima alla scala però ce ne vuole. Disastri col Bayern o con l’Atalanta a parte potremmo prendere la stessa pagella e copiarla all’infinito: non ruba l’occhio, mantiene la posizione, spinge il giusto e nel finale prova il tutto per tutto.

NAINGGOLAN 5,5: Dj Radja continua mettere dischi fregandosene se i compagni restano seduti sui divanetti. Il Ninja ritrova lo specchio della porta e non perde la sana abitudine di pressare,rubare e ripartire. Ma ha un preparatore personale? Nella ripresa prova ossessivamente la conclusione da fuori, anche quando non serve. Come quando a due dalla fine ignora il filtrante di Doumbia per un piattone senza pretese. E queste decisioni pesano.

KEITA 5,5: Pulito e affidabile, anche spettacolare quando di tacco sbroglia una situazione difensiva difficoltosa nel primo tempo o quando si concede un tunnel a Toni. Tutti i palloni passano per i piedi del maliano, il che non è sempre un bene anche perchè Seydou non si inventa niente per risolvere la pratica. Entra anche lui nel flipper che porta al pareggio del Verona.

PJANIC 5: Con Keita si alterna il lavoro di regia, ma in qualche occasione rallenta la trama del film e si abbassa troppo a raccogliere il pallone. Il bosniaco nonostante il momento no resta il punto di riferimento della Roma e nel secondo tempo tira fuori i denti alzando il baricentro e lasciando di conseguenza scoperto il fianco. Anche lui gira palla, senza un’idea. Esce, ancora tra i peggiori. (38’st Verde ng: lo ripetiamo: evitasse i giochi da Fifa 2015. Usi la garra, ne ha tanta)

LJAJIC 6: Bello come un diamante quando attacca, prezioso come il ferro nella lettura dei ripieghi difensivi. A fine primo tempo rischia di segnare il gol della domenica,ma il suo destro si stampa sulla traversa. Nel secondo sbatte continuamente la testa sulla difesa gialloblu, e da diamante diventa pietra pomice.

TOTTI 6,5: La Roma non riesce sfondare? Arriva il trapano del capitano che buca Benussi e rigetta in gola gli insulti dei tifosi veronesi. Su un terreno non adatto a colpi di fino, usa la mazza da cricket. Nella ripresa perde un pallone pericoloso contro Tachtisidis dopo aver provato una sponda di testa mal sfruttata da Gervinho. Prima di uscire ci riprova da fuori, per disperazione. (20’st Doumbia 5: un pallone e mezzo a disposizione, poi scompare e non basta alzare il colletto per essere Cantona).

GERVINHO 4: Costantemente raddoppiato, costantemente lontano dall’area di rigore, costantemente in attesa dello strappo giusto ma la difesa del Verona non concede pertugi. Quando ha la palla tra i piedi c’è sembra la sensazione che possa nascere qualcosa, spesso però non trova l’ostetrica. Terza partita di fila sullo standard londinese. Appagato dalla vittoria africana?

GARCIA 5: Tanto sterile possesso palla, un gioco che fatica a trovare velocità e quindi incisività. Una magia di Totti gli permette di sbloccare il risultato, un’altra di Ljajic rischia di portare al vantaggio la Roma. Ma colpi di singoli a parte si assiste a un noioso tiki taka. Si conquista palla per tornare indietro, come a rugby. Uno che poteva fornire benzina, resta in panchina fino a 10’ dalla fine (Verde). Altro pareggio, e orma la Juve è lontanissima. Ora occhio al Napoli.