Roma-Verona 2-0 LE PAGELLE: Svilar faccia tosta. Dovbyk-Soulé, quel poco che basta

Ci mette guanti, corpo e anche faccia al riparo di una porta che ha trovato il suo guardiano più affidabile dai tempi di Alisson. Al 27’ ringrazia la traversa, ma qualche minuto prima ha salvato la Roma dal pari. Nella ripresa si ripete con un’uscita perfetta su Orban. C’è tanto di Mile in questa vittoria. Centrale ormai di garanzia, ma quando c’è da spingere si alterna bene con Wesley mettendo pure la palla al bacio per Dovbyk. Gli tocca Orban, forse il più pericoloso della nidiata di giovani dell’Hellas. Nella ripresa viene spostato per ragioni di sicurezza Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro, come cantava Bertoli. Quando c’è da uscire mostra sempre personalità anche se dietro si perde Orban in occasione della traversa e anche nella ripresa quando viene salvato da Svilar. Passo lungo e quel miglioramento nel gestire i palloni in impostazione che ne fanno oggi uno dei migliori centrali della serie A. Certe volte però il ritmo è troppo compassato, come quando perde una brutta palla al 65’. In debito di ossigeno e con un problemino che lo costringe a uscire. (71’ Ziolkowski 6: un esordio mica facile, se la cava in qualche modo) Virus smaltito, torna in campo per provare a far venire il mal di stomaco a Bradaric e Frese. Ma i dolori arrivano soprattutto a Gasp che gli urla contro in più di un’occasione. La fase difensiva è quasi nulla e davanti è impreciso. Negli spogliatoi arriva la scrollata, ma continua a pasticciare. (59’ Hermoso 6: sempre col giusto atteggiamento, ma pure lui soffre la freschezza dei baby veronesi) Come al solito fa incetta di gialli, per gli avversari. Ma anche di palloni rubati poco davanti la trequarti amica. Qualche palla però la perde pure lui, compresa quella che porta alla traversa di Orban. Visto che gli dicono che calcia poco in porta ci prova pure al volo, senza successo. A 10’ dalla fine però preferisce l’assist per Soulè, e fa bene. Abbassa lo scudo in qualche occasione di troppo e non è sempre preciso nella fase di passaggio. Nella ripresa la sostanza alza un po’ il volume anche con qualche tentativo di strappo in avanti che viene subito interrotto. Ha perso un po’ quel suono punk che ne faceva un’arma offensiva supplementare. Resta guardingo, senza commettere evidenti errori (anche se su Giovane è in ritardo a inizio ripresa) ma senza riuscire a ribaltare il fronte. (59’ Tsimikas 5,5:più strutturato, ma anche meno concentrato) Quando le nubi sono ormai grigie riesce a far passare un raggio di sole che salva la prestazione e chiude una partita difficile. Parte bene favorendo anche il primo pericolo per la porta del Verona. Poi trova difficoltà ad alzare il livello tecnico con tanti errori nell’ultima mattonella. Ci riesce alla fine. E finalmente segna il primo gol in casa. (81’ El Shaarawy sv: sfiora il tris in contropiede) Con Lazio e Nizza ha cambiato la partita, oggi la subisce un po’ nei primi minuti. Poi ha l’occasione per replicare ma si fa anticipare all’ultimo secondo. In verticale però è tra i pochi a cercare di fare davvero la differenza. La condizione fisica non al top si fa sentire nel secondo tempo, ma corre e recupera fino alla fine dando un gran bel segnale per il futuro anche se dovesse essere solo un futuro prossimo. Promosso nonostante la prova incolore di Nizza. È il giorno giusto per sbloccarsi e scrollarsi via di dosso un bel po’ di pensieri. E infatti dopo 7 minuti vola di testa a mettere un pallone morbido ma velenoso alle spalle di Montipò. Poi gli arrivano pochi palloni veramente puliti. E pian piano si spegne fino alla sostituzione. Resta il gol pesante. ( 59’ Ferguson 6: a muoversi si muove discretamente, ma deve diventare più cattivo dove serve) La Roma parte bene e trova subito il gol facendo intuire che sarà una domenica di relax. Niente affatto. Dopo il primo quarto d’ora positivo subisce l’aggressività del Verona e deve ringraziare Svilar e la traversa. Nella ripresa i cambi non modificano la situazione e il Verona meriterebbe il pari, ma la Roma è diventata cinica e chiude i conti portando a casa tre punti pesantissimi per la classifica.